Si ehm, salve. Non so se vi ricordate ancora di me.
Usavo una volta farmi chiamare Nocciolina sapete, curare un blog di cucina, passare di tanto in tanto a salutarvi e a lasciarvi un cenno. Usavo cucinare.
Ah, bei tempi! Beate vacanze, beate pause didattiche e sessioni straordinarie ignorate perchè (eri) in pari con gli esami!
Già. Ho solo un ricordo vago di cosa significasse starsene stravaccata al sole ad libitum e passare le giornate a far tutti coi miei tempi piuttosto che con quelli di pullmann Firenze-Siena e viceversa.
Veramente non ho ricordanza di quanto sia passato dall’ultima volta che ho preparato qualcosa di vagamente elaborato e originale (l’ultima cosa è stata la settimana scorsa il mio stesso salame al cioccolato per amici dei miei che erano stati invitati a pranzo, che io non ho nemmeno mangiato).
Un po’ manca il tempo, un po’ manca l’ispirazione e lo stimolo, un po’ mancano le condizioni ottimali per poter dare sfogo alla fantasia liberamente, visto che all’ora di cena spesso mia mamma e io ci prendiamo letteralmente a gomitate per trovare ognuna il proprio spazio e il proprio fornello, un po’ è anche la solita fatica di fotografare la sera con conseguente insoddisfazione fissa.
E già, c’è anche il forno rotto da ormai più di un mese che non mi è sicuramente venuto incontro.
Ho colto la palla al balzo della mancanza di voglia di cucinare, di elettrodomestici funzionanti e del poco tempo a disposizione per seguire una settimana crudista-igienista organizzata da Serena del Drago Parlante, nulla da cuocere, nulla da inventare (le ricette serali ingrediente più ingrediente meno le ho seguite tutte, mentre per tutto il giorno indipendentemente da cosa prevedesse il menù ho continuato a mangiare frutta), il sole e il caldo scoppiati a inizio settimana sembravano incoraggiarmi in questo e perciò non ho fatto nessunissima fatica. Va detto che, se è stata sicuramente crudista, igienista non lo è stata al cento per cento.
E in effetti neanche la “ricetta” di oggi lo è, anzi. Si colloca piuttosto nel filone “antagonista” della cucina macrobiotica, con cui a sua volta non si sposa un regime alimentare come quello che seguo io, ovvero a prevalenza di frutta (sì, mi immagino la maggior parte di voi in stile “eeehh?? ma che sta a dì questa?!).
Ma non ho intenzione di etichettarmi in alcun modo: amo mangiare soprattutto frutta e grandi insalate, preferisco abbondare di carboidrati e limitare il sale e i grassi anche quando mangio cotto strizzando l’occhio ai principi della Raw till 4 ma allo stesso senza escludere completamente un po’ di noci o di semi, se c’è da mettere un po’ di salsa tamari o di miso in una zuppetta lo metto perchè mi piace il sapore e li preferisco al sale, così come apprezzo la pasticceria della macrobiotica, poco zuccherata (o insomma, “maltata”?) e integrale, se proprio devo mangiare un dolce.
Questo pertanto credo sia uno dei pochissimi casi in cui crudismo e macrobiotica si incontrano, quello della fermentazione degli alimenti.
E’ la prima volta che mi confronto con questo tipo di preparazioni, proprio perchè essendo ben lontana da un’alimentazione macrobiotica non ho mai avuto particolare interesse a cimentarmi con la fermentazione, in più non sono particolarmente amante delle autoproduzioni lunghe -l’ho già detto che sono piuttosto impaziente no?!-, nonostante debba ammettere che alla fine, le poche volte che ho fatto trasformare un alimento da ciò che era in partenza (come nel caso dello yogurt crudista, o anche solo dei germogli fatti in casa) è sempre stata una bella soddisfazione.
Avevo questi due mezzi cavoli cappucci che mi ero stancata di mangiare in insalata.
Nello stesso periodo trovavo in offerta in libreria L’essenza del crudo in cui avevo adocchiato la ricetta del kimchi, e la mia amica Elsa, compagna di merende Sukkarose, mi parlava di aver fatto i crauti di cavolo rosso in casa.
E allora cos’ho fatto? A dir la verità non lo so. Nè gli uni negli altri. Un po’ di entrambi. I crauti andrebbero pressati sotto un grosso peso e lasciati fermentare una ventina di giorni, il kimchi in 3-4 giorni è pronto, ma si fa generalmente con cavolo cinese (bok choy) e daikon.
Io ho usato i cavoli nostrani, ma ci ho anche messo tutte le spezie e gli insaporitori che caratterizzano il kimchi, , quindi zenzero, aglio e peperoncino, assenti invece nei crauti.
Alla fine è venuta fuori una cosa buonissima, quindi qualsiasi cosa abbia fatto, l’ho fatta bene :DSono un’idea carina per un aperitivo crudista serviti su dei crackers di semi come ho fatto io, o da aggiungere alle insalate. Per tutti gli altri, metteteli pure nella piadina, sì!
Kimchi fusion – Insalatini di cavoli cappuccio piccanti
(con queste dosi ho ottenuto un barattolo da 500 g e uno da 200 g. Per due barattoli grossi vi occorrerà un cavolo e 1/2)
cavolo cappuccio bianco: metà circa
cavolo cappuccio rosso: metà circa
acqua tiepida: 800 ml
sale grosso*: 1 cucchiaio
peperoncino essiccato: 2 cucchiai
zenzero fresco: 30 g
aglio: 2 spicchi
succo di agave: 1 e 1/2-2 cucchiai
*50 g nella ricetta originale. Io non ho avvertito la necessità di tutto questo sale, gli insalatini di cavolo sono già saporitissimi grazie alle spezie e all’acidulo sviluppatosi con la fermentazione.
Affettate i cavoli più sottilmente possibili e metteteli in una bacinella d’acqua in cui avrete disciolto per bene il sale. Lasciateli riposare 3-4 ore. Scolateli senza buttare l’acqua e risciacquate. Tagliate finemente gli spicchi d’aglio, grattugiate lo zenzero e uniteli insieme a tutti gli altri ingredienti in a seconda ciotola capiente. Aggiungete quindi anche i cavoli e mescolate con le mani per distribuire bene tutto il condimento, massaggiando bene per ammorbidirli. Pressateli ora all’interno di due barattoli preferibilmente sterilizzati: il barattolo deve essere pieno e non ci deve essere aria tra le verdure, che devono essere ricoperte dalla loro acqua. Se così non fosse, aggiungete un po’ dell’acqua che avete conservato dall’ammollo. Io ho aggiunto anche un secondo tappo capovolto, più piccolo così che potesse entrare all’interno dei barattoli, così da assicurarmi che i cavoli rimanessero ben pressati. Appoggiate i tappi senza avvitarli e sistemateli in contenitore capace così da raccogliere l’acqua che potrebbe eventualmente fuoriuscire (a me non è successo). Io li ho tenuti in una stanza fresca al buio per una settimana circa. Assaggiateli comunque già dopo 4 giorni, e decidete se far continuare ancora la fermentazione o meno. A questo punto tappateli e teneteli in frigorifero.
Non è meraviglioso questo colore? ♥.♥
andreea manoliu says
Buono, buono, io ho mangiato con del cavolo bianco, mi è stato regalato ed era molto buono ! Sul rosso anche l'occhio voglio la sua parte, anche bello colorato ! Buon weekend !
edvige says
Ciaoo cara ben ritrovata vedo che i forni ti hanno abbandonata del tutto :-))
Buona ricetta ma non fa per me il crudismo non lo digerisco mi fa male allo stomaco purtroppo non è per tutti. Buona fine settimana.
Golosità Vegane says
Che bella ed insolita ricettina, dal colore spettacolare!!! Non mi sono mai lanciata nelle verdure fermentate, per ora faccio solo i formaggi fermentati 😛
In ogni caso condivido con te buona parte delle tue idee di alimentazione, più o meno mangio anch'io così per una buona parte dell'anno, quella che sta arrivando, non vedo l'ora con tutta la frutta meravigliosa! 🙂
Buona domenica nocciolina 😉
Beatrice Rossi says
La prima cosa che colpisce è il bellissimo colore! Quando si dice che anche l'occhio vuole la sua parte!
Questo caldo toglie la voglia anche a me di cucinare, o forse sono fasi, chissà! Ti auguro una buona serata 🙂
Peanut says
E' verissimo, adoro il colore così fluo! ^_^
Grazie, buona settimana, a questo punto!;)
Peanut says
Sì Edvige, letteralmente, ogni tanto mi viene voglia anche di fare un dolcino “cotto” ma col forno in quella condizione non me la sento di rischiare 🙁
Io so che invece queste cosine fermentate se mangiate a fine pasto aiutano la digestione sai?:)
E in generale il crudo si dovrebbe digerire anche prima del cotto, se ben abbinato! Le combinazioni sono un po' pallose da rispettare ma aiutano molto a evitare i tipici fastidi post-pasto 😉
Un abbraccio!
Peanut says
Anch'io volevo cimentarmi nel formaggio stagionato l'altro giorno, peccato che abbia messo subito tutti gli ingredienti dimenticando che il primo giorno non va aggiunto nulla che non sia la frutta secca e l'agente che fa fermentare >.< quindi me lo sono mangiato così!:D Ma tra poco ci riprovo eh!
Grazie Ale, è sempre un piacere vederti da queste parti!
Peanut says
Assolutamente, io rimango molto spesso incantata dai colori della frutta e della verdura! 😉
Stessa cosa, torno a casa dall'università che riesco a immaginare solo di trovare refrigerio in un melone o in un gelato di banana ^_^
Grazie, buona serata anche a te!
MARI Z. says
Che bonta'! Per una super golosa di salato come me sono una vera chicca! Vado matta per gli stuzzichini salati e mi sa che ci farei delle belle scorpacciate! 😛
consuelo tognetti says
Questa ricetta è geniale a qualunque alimentazione faccia riferimento..la devo assolutamente provare 🙂
Mi piacciono le tue apparizioni così lunghe e dettagliate, sono sempre fonte di grande ispirazione 🙂
Un abbraccio dalla zia <3<3<3
Peanut says
Anch'io adoro questo tipo di stuzzichini! Sempre andata matta per i sott'oli, che ora invece mangio poco volentieri, beh, per l'olio 😀
Sono contenta di aver trovato l'alternativa low-fat 😉
Un abbraccio Mari!
Peanut says
Infatti, mi piace pensarla così! ;D
Grazie Zia, sono contenta di non annoiarvi:) o almeno, non tutti ;D
Un abbraccio!
Alice says
il colore è meraviglioso davvero *_* quest'idea mi stuzzica parecchio, amo il cavolo e il procedimento e gli aromi che hai usato mi piacciono. io avevo provato a fare i crauti, ma oltre all'odorino sgradevole che girava per casa mi ero accorta che avevano fatto la muffa. poi non c'ho più provato 😛
ricettevegolose says
E' il mio colore preferito questo ^_^ E se poi dici anche “piadina”, mi conquisti in pieno 😀 Un abbraccio!
Peanut says
Quell'odorino puzzoso che a me piace tanto 😀
Ma io non faccio testo, vado a nozze con la puzza di cavolo al vapore.
E poi vabbè, in questo caso il colore è talmente figo e il sapore particolare e piacevole che ci si può anche tappare il naso;)
Peanut says
Anche tu fan del fucsia?! E' anche il mio! ^_^
Un abbraccio a te Alice!
letissia says
Gli insalatini sono un mio vecchio amore! Buonissimi nella tua versione! 😉
Baci.
Susanna Molina says
deliziosi…