Me ne sono innamorata,dico sul serio. Bellissima città,persone,atmosfera,e vabè,quando sei lì finisci per innamorarti anche di quel grigio che ne rende i colori ancora più affascinanti. Città frenetica,ma sempre socially correct:geniale lo “stand on the right” sulle scale mobili per permettere alle persone di fretta di poterle fare a piedi,così come i passaggi della underground a “doppia corsia”,chi deve uscire sulla destra,chi deve scendere sulla sinistra,così da evitare la calca-chiedere permesso è quasi un’utopia,tanto è tutto così ben organizzato. Ah e le code intelligenti! Tutti rigorosamente in the queue,persino nei bagni pubblici. Per quanto riguarda il cibo,invece,bè non mi ero proprio sbagliata. Non saranno stati ogni giorno hamburger e patatine fritte,ma giù di lì..gli ultimi giorni ero veramente ostruita da tutto quel cibo,non ce la facevo più a mangiare! E c’è da dire che non ho mai fatto le cose esageratamente,a colazione di solito qualcosa da Starbucks (erano dappertutto!),a pranzo se avevamo tempo ci fermavamo in un ristorante,altrimenti sandwich da Pret A Manger (idem,disseminati ovunque) e a cena quasi sempre pub..ma il muffin della colazione vale quanto tre nostre tazze di cereali,e ti riempie per ore,mentre le cene,anche quando ho cercato di mantenerle leggere,sono sempre state eccessivamente ridontanti,l’insalata più leggere che ho preso è stata la Cobb Salad,in cui c’erano “solo” lattuga,pomodori,pollo,avocado,blue cheese e bacon!Insomma,anche volendo,non c’era proprio verso!
I giorni purtroppo erano veramente pochi,a causa del ritardo dell’aereo abbiamo perso praticamente un giorno intero e abbiamo dovuto correre senza fermezza tutto il giorno per poter vedere la città il più possibile,le gambe ed i piedi urlavano vendetta,e dopo un po’ anche la testa non rispondeva più così attivamente..estenuanti sono state le visite al British Museum e alla National Gallery,meravigliosi e imperdibili entrambi,ma veramente veramente infiniti! L’unico posto in cui le mie gambe hanno accusato meno la stanchezza è stato Portobello,la via in cui il sabato si svolge il celeberrimo “mercatino” di antiquaria e non(non mancavano vestitini vintage,e ovviamente,CIBO!),anche questo neverending ma mi sono sentita veramente a casa! Anche allo shopping siamo riusciti a dedicare un bel po’ di tempo,soprattutto a causa mia perchè Alessandro in qualche momento avrebbe veramente voluto uccidermi o almeno farmi perdere i sensi giusto il tempo di sedersi e riposarsi un po’,finchè -Dio esiste! non abbiamo trovato uno dei negozi più geniali,da cui anche Ale (che non si compra dei vestiti nuovi da non so quanto per la fatica di fare shopping) non sarebbe mai voluto uscire: David&Goliath,dove tra regali e vestiti per noi (ehm… per me,perchè l’unica maglietta che Ale ha avuto da quel negozio ho dovuto comprargliela io..) abbiamo veramente speso..non voglio saperlo!
Il tempo passava veloce,e ne rimaneva sempre meno,già due giorni prima di partire cominciavano a spuntarmi i lucciconi al pensiero di partire! Ma non c’era tempo di pensare,bisognava rimettersi subito in marcia! E, a proposito di marcia,non avrebbe potuto esserci conclusione migliore per il nostro viaggetto del cambio della guardia a Buckingham Palace. La compostezza delle guardie faceva quasi sorridere,si muovevano a piccolissimi passi,quasi impercettibili,e ogni volta che uno di quelli di turno aveva bisogno di muoversi doveva farlo rigorosamente assieme al compagno, non ho idea di come facessero per darsi il segnale o se dovessero muoversi prescrittivamente passato un tot. di tempo,comunque sia non ho saputo spiegarmi come facessero a partire nello stesso preciso momento! Da una parte un po’depressi perchè dovevamo partire,dall’altra un po’sollevati perchè finalmente ci saremmo riposati,non ci aspettavamo certo che il passaggio alla dogana sarebbe stato un travaglio. Il trolley in più comprato in extremis per contenere tutti gli acquisti non è stata una soluzione sufficiente,dal momento che non avevamo considerato che la mia borsa sarebbe stata considerata come bagaglio a mano e messa assieme al trolley sulla bilancia insieme non avrebbero dovuto superare i dieci chili!Più di dieci chili,ovviamente. Panico. Ecco Alessandro che la prende con sè e la mette sul suo zainetto,e riesce a ottenere un peso ottimale! Ma no,non basta! La mia borsa avrebbe dovuto essere contenuta all’interno del suo zainetto,già strapieno di qualsiasi cosa possibile immaginabile (c’era persino UNA mia scarpa,dentro). Pigia,pigia ecco che ci entra! Ora devo solo ritirare la carta d’imbarco che il tizio mi ha ritirato..e il tizio mi chiede il passaporto. Passaporto che si trova nella borsa che -non si sa con quali manovre-è compressa nello zaino di Alessandro. E’ un incubo senza fine! Tira fuori la borsa,tira fuori il passaporto,ritiro la mia carta d’imbarco e ci dirigiamo al gate. Ma l’aereo non c’è. Ecco che dalle finestre ne vediamo uno,ma prende posto sotto l’uscita di un altro gate..eccone un altro! Nemmeno questo è il nostro..con 45 minuti di ritardo (contro le 4 ore dell’andata,però!) arriva il nostro aereo,e finalmente,ora sì,ci possiamo sedere,rilassare,e non pensare più a niente,se non ai bellissimi momenti che avevamo passato.
Passiflora says
evviva Londra! Pret a manger è ovunque e bellissimo! 😉
Leo David says
Pret à manger è ovunque nelle strade di Londra ,
lo trovo stupendo , è all'avanguardia è veloce è nuovo e ha dei prezzi contenuti .
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo .
Brava Londra . Leo David