E’ solo poco più di un anno dalla scelta di escludere gli animali dalla mia dieta, e devo dire che c’è voluto molto poco perchè cominciassi ad escludere pian piano anche i derivati (mentre il latte di mucca ancora prima di diventare vegetariana.. son così buoni i latti vegetali, che non ha proprio senso bere quello destinato a qualcun altro, insomma!). Sicuramente sono stata avvantaggiata dalla mia intolleranza ai latticini, perchè di formaggi ne mangiavo, eh, eccome se ne mangiavo.. se non avessi cominciato a toglierli e non mi fossi accorta di quanto così il mio corpo stava meglio, sono certa che sarebbe stato più difficile.
Ma. Evidentemente mi è stato mandato questo aiutino per un motivo, avrei potuto scegliere di soffrirne e concedermi formaggi ogni tanto quando mi mancavano, oppure, come ho fatto io, assecondare i messaggi del mio corpo e indirizzarmi verso un’alimentazione quanto più vegetale possibile.
Quindi sì, prima è venuta l’intolleranza, ma sono abbastanza certa che il vegetarianesimo, se lo sceglie per le ragioni giuste è solo una tappa prima di approdare al vegan.
Inutile sottolineare (o forse no?) come l’industria di produzione della carne sia strettamente legata a quelli di latte e formaggio, quindi dopo aver scelto di smettere di nutrirsi di animali e t’informi, non puoi ignorare la sofferenza e le morti premature che stanno dietro anche ai derivati animali.
Però, per una ragione o per l’altra, non son mai riuscita a passare una volta per tutte al veganesimo nonostante quei derivati che assumo, siano ormai esclusamente per via “indiretta”, non so da quant’è che non mangio un formaggio nel vero senso della parola.
Il fatto di avere le galline a casa di per sè mi ha allungato il processo, perchè si spiega difficilmente a una madre un po’ ottusella (che ci sia davvero o ci faccia, resta un mistero, anche se io propendo per la seconda) che non le si vuole comunque più mangiare nonostante tu abbia la dimostrazione che sono galline felici davvero.
Sempre per incolpare un altro po’ la mamma e alleggerirmi la coscienza (però almeno son sincera,dai!) essendo la spesa in mano sua, se ha oramai accettato il fatto che carne-pesce-formaggio non ne mangi più, quando mi prende biscotti o barrette, non controllandone le etichette, capita che contengano derivati, ecco la via “indiretta” di cui parlavo. Sono sicura che in parte sia anche in buona fede, perchè chi andrebbe mai a pensare (io per prima) che latte in polvere sia contenuto persino in alcuni tipi di crackers o di pane in cassetta? Insomma, aggirarli è facile e non è assolutamente un problema quando cucini tu, con materie prime, ma tanti ma tanti prodotti da forno, siano dolci che salati, contengono inspiegabilmente latte o uova, e la scelta non è ampia.
Per questo ho deciso di unirmi al gruppo dei 21 giorni nell’ Eden di Aida che parte oggi, per vedere se, con la “scusa” che per 21 giorni (questo è il tempo necessario perchè le papille gustative si ripuliscano dai prodotti animali, tutti addizionati con sale perchè abbiano sapore, e tornino a sentire i sapori veri dei cibi) devo starne alla larga, riesco a fare il grande salto.
Perchè certo dipende in primis anche da me. So cosa mi ha frenato fino ad ora, quella parte della storia che dipende veramente da me, insomma.
Ho cominciato a riavvicinarmi al cibo non da tantissimo, dopo averlo scansato per un qualche tempo.
Essere diventata un po’ foodie come si direbbe, mi ha aiutato fino a riacquistare col cibo un rapporto piuttosto normale. Sono diventata curiosa, golosa, persino un po’ fissata, direbbe forse qualcuno intorno a me. E se in casa son sempre riuscita a farmi delle grandi mangiate supersoddisfacenti completamente vegetali, il discorso fuori è un po’ diverso. Non riuscivo e non riesco tutt’ora (anche se pranzando quasi tutti i gionri alla mensa mi ci son dovuta abituare) a digerire il fatto che fuori ci si debba accontentare di pasta al pomodoro, insalata e delle classiche verdure grigliate. Mi piace andare fuori a cena, e mi piace mangiare, ora, che diamine, perchè devo mangiare come se fossi malata? Mi sembra così riduttivo, quasi offensivo! E allora fuori gli “strappi” si facevano, ma è vero che così niente cambia.
Anche se il gruppo nasce per vegetariani e onnivori, e conosca già gran parte delle informazioni sia strettamente tecnico-culinarie che etiche, spero mi servirà per nuovi spunti e allargare conoscenze, discutere, confrontarmi, e trovare finalmente quel coraggio che fino ad ora mi è mancato.
Non credo che seguirò alla lettera i pasti e i menù consigliati, ma d’altra parte una pseudo fudbloggher come fa a replicare qualcosa alla lettera? Tuttavia, se qualcosa mi colpirà e vorrò riprodurlo, lo condividerò con voi.
Intanto condivido con voi queste belle farfallotte, che mi son mangiata qualche giorno fa a pranzo.
A dimostrazion del fatto che qui noi non ci si fa mancare proprio niente, “formaggio” compreso.
Farfalle formaggiose con formaggio spalmabile vegan e aspargi
Per preparare queste farfalle, è necessario aver fatto prima il formaggio spalmabile vegan, chiamato altrove anche vegrino,o simil-philadelphia.
Per quanto mi riguarda, forse per via dello yogurt usato (Sojasun con Bifidus) ho ottenuto una consistenza compatta e un po’ più “grassa” del Philadelphia, molto più simile a una Robiola. Ecco, sì, io lo chiamerei proprio Veg Robiolino. Partiamo quindi da qui:
Formaggio spalmabile vegan (tipo robiola):
(otterrete 125 g di formaggio)
yogurt di soia al naturale: 250 ml
succo di limone: 1-2 cucchiaini
sale
garza di cotone non sbiancato
Mescolate lo yogurt con il limone e un pizzico di sale, e mettetelo a scolare in un fagottino che avrete fatto con un telo di cotone. Lo potete appendere sia in alto con un contenitore sotto che raccolga il liquido se il vostro frigo ha degli “agganci” adatti, altrimenti adagiare su un piccolo colapasta appoggiato a sua volta su un contenitore. Dopo 24 ore toglietelo dal frigo e aromatizzatelo come più vi piace (erba cipollina, olive..)
In questo caso l’ho lasciato al naturale.
Per la pasta:
farfalle al kamut: 90 g
asparagi: 170 g
formaggio spalmabile vegan: 30-40 g
parmigiano vegan: una spolverata abbonadante (la mia versione la trovate qui)
pepe
Cuocete gli asparagi al vapore o in acqua bollente salata (io ho fatto così e non ho dovuto riaggiungere sale dopo). Quando sono morbidi, scolateli e tagliateli a rondelle, conservandone alcune e qualche puntina intatta.
Le altre mettetele nel boccale del frullatore a immersione e frullatele. Non dovrebbe necessario ma se vi occorre aggiungete un cucchiaio dell’acqua dove avete cotto gli asparagi. Amalgamate il formaggio spalmabile alla crema di aspargi. Mettete a cuocere la pasta, scolatela al dente e amalgamatela alla crema a freddo. Aggiungete le rondelle di asparago non frullate, spolverate con abbondante parmigiano vegan e decorate con le punte tenute da parte.
Claudia says
che piatto bellissimo, un bel verde e quella cremosità che da il formaggio e la panna vegetale no, lo devo provare questo e la mozzarella di soia fatti in casa…devo procurarmi un paio di piccoli attrezzi come il colino piccolo…questo link lo metto tra i preferiti e presto la rifarò, uguale uguale!!! il mio passaggio è stato piuttosto drastico, anche se la spesa la organizzo io in questi tre mesi mi è capitato di rimanere senza colazione e mangiare una brioches industriale, o comprare mix di verdure surgelate per poi scoprirci il siero di latte…ma piano piano elimino anche tutti questi errori 'indiretti', ma mi sembra umano non essere subito perfetti, avere impegni, lavoro, settimane frenetiche…baci!
valentine says
che bello questo piatto, è coloratissimo e sembra davvero buono 🙂
la “philadelphia” fatta a partire dallo yogurt mi piace molto (ed è mille volte più sana dell'originale!), sono curiosa di provare anche questa fatta con lo yogurt di soia!
Peanut says
maddai, nelle verdure, pure? senza parole. per fortuna surgelate io è proprio difficile che le consumi, ma non mi sarebbe neanche venuto in mente di controllare! spero che questi giorni mi servano proprio per riuscire ad essere meno conciliante una volta per tutte.
a presto, un bacio!
Peanut says
infatti! la philadelphia non mi ha mai convinto granchè! così è molto facile e puoi scegliere come aromatizzarlo! se provi fammi sapere, un bacio!
sara says
ma che delizia queste Farfallotte Lu!! complimenti!
elenuccia says
Non essendo vegana non ho mai fatto ben caso a quanto possa essere difficile evitare alcune cose quando di mangia cose non autoprodotte. Adesso che ho un collega celiaco vedo quanta fatica faccia a trovare qualcosa per lui quando andiamo in mensa. Poveretto praticamente si riduce sempre a mangiare del riso in bianco.
Comunque le etichette dei prodotti industriali fanno raccapricciare anche me che sono onnivora, quindi immagino che per un vegano siano quasi un incubo. certo che l'impresa è secondo me abbastanza “titanica”, ma a giudicare dalla prima ricetta, direi che hai cominciato proprio con il piede giusto 🙂
Peanut says
^.^ graaassie
Peanut says
Già, è una menata.. anche se fortunatamente i vegan ormai più “anziani” fanno a meno di gran parte delle cose confezionate..io un passo alla volta, eh! Ormai son diventata un asso nel leggere le etichette…e nel riporre la confezione al suo posto con sconforto. Ma ci vuole tempo per tutto, e io sono fiduciosa.
Grazie mille, a presto:)
xcesca says
Come ti capisco!
Anch'io sono intollerante ai latticini e a casa mangio tutto veg.. ma quando sono in giro sgarro facilmente, e anch'io in modo indiretto.. 🙁
Sono golosa e mi faccio problemi a spiegare bene le mie necessità. Per non parlare di quando mi viene la fame nervosa 🙁
Proprio per questo anch'io partecipo ai 21gg! Finora sta andando bene!
L'altra sera me la sono cavata a cena di amici solo perchè non avevano tempo di cucinare e così abbiamo ordinato una pizza (per me senza mozzarella e con pomodorini e rucola).
Dai che ce la facciamo! Un abbraccio
occhio sulle espressioni says
Questi sono veri e propri ideali, niente frivolezza in queste scelte, sono rinunce non facili, dove, inoltre, si deve stare attenti anche a conseguenze inaspettate: si può stare meglio, più facile, ma anche peggio, ho visto qualche sparuto caso…
Sei coraggiosa e piena di volontà, ti stimo e… leggo da un pezzo. 🙂
Luigi
Peanut says
uau, non mi ero accorta che ci fossi anche tu! anch'io a cena di altri penso mi farei problemi, infatti per ora è sempre stato vegan a casa e vegetariana fuori, a parte a mensa che vabè, visto che ci mangio spesso ho imparato a farmi una ragione del fatto che devo mangiare da schifo (anche se penso che lì nemmeno gli onnivori stiano una meraviglia!)..essendo così a mezz'aria per altre ragioni chissà se le cose cambieranno o resteranno uguali..perchè alla fine non ci manca nè esperienza, nè coscienza nè conoscenza..vediamo, dai! è solo questione di prender un po' di coraggio!
Peanut says
accidenti, grazie..in realtà quanto a rinunce non mi viene difficile, è piuttosto la pigrizia talvolta che mi spinge a buttarmi su qualcosa di già pronto da sgranocchiare che mi frega! quando penso e pondero, nessun peso!;)
grazie ancora, a presto:)
elisabetta pendola says
guarda che farfallotte verdiiii e “formaggiose”!!!! droools
Jessica Neumann says
Che meraviglia questa ricetta
http://couturetrend.blogspot.it/
Federica says
Ad essere sincera non condivido la filosofia vegan ma penso che ognuno abbia comunque diritto di fare le proprie scelte e ti ammiro per la tua forza di volontà perchè io non so se riuscirei a diventare vegetariana fino in fondo. Sono sempre ferma a mezza strada!
Le tue farfalle profumano proprio di buono con quella cremina di asparagi e la pasta di kamut l'adoro. E se quel bel verde fosse anche un richiamo alla primavera “vera” sarebbe anche meglio 🙂 Un bacione, buona settimana
Andrea says
Mi sono appena segnato tra i tuoi lettori per curiosità. Fino a qualche tempo fa mangiavo pochissimi tipi di vegetali cotti, solo crudi se no non mi piacevano! Ora ho cominciato a mangiare melanzane, peperoni e tante altre cose (ma non le verdure che mandano cattivi odori quando le lessi). Però ancora rimango perplesso di fronte alla scelta vegana: mi sembra una decisione direi addirittura masochista; in fondo che male c'è se ti mangi un uovo e magari ti piace pure, oppure un po' di ricotta che è tanto buona? Ma ognuno è libero di fare le proprie scelte, purché non derivino dalla moda e da informazioni sbagliate. Un abbraccio
www.mipiacemifabene.com says
Ciao peanut!! fanno venire famissima queste farfalle 😛
Anch'io preparo il vegrino più o meno allo stesso modo e lo trovo buonissimo 🙂
Ho nel frigo lo yogurt di soia autoprodotto fresco fresco… emmò me lo preparo 😉 😀
Complimentissimi!
Ciao, a presto!
Federica 🙂
Peanut says
hai vistoo?! 😉
Peanut says
Guarda, penso che quello lo dicano veramente tutti prima di diventarlo, a parte quelli a cui magari la carne non piaceva già da prima e loro non si contano, troppo facile!:D
volere è potere, e guarda, questa è forse la cosa più facile perchè qui perchè funzioni non devi essere raccomandata, avere agganci, essere ricambiata..questa è veramente l'unica cosa che dipende unicamente da noi e dalla nostra volontà. certo ti deve scattare quel qualcosa, che ti porta a guardare quella fettina che hai nel piatto con tutte le implicazioni ad essa connesse, non può funzionare se è una forzatura o se lo fai per le ragioni sbagliate. un po' come smettere di fumare, c'è chi prova prova e non ce la fa, chi da un giorno all'altro smette. io ho fatto così. per entrambe le cose!;)
Peanut says
Ciao Andrea, sei il benvenuto! Mi vuoi quindi dire che non mangi cavoli e broccoli? allora non so se sei nel posto giusto!XD
a parte gli scherzi, i tuoi dubbi sono più che comprensibili, e non si possono certo chiarire con una risposta sintetica in questa sede. Ti dico solo che da onnivora ma anche per un po' di tempo dopo la scelta vegetariana io per prima li ho considerati estremisti. Penso che sia un pensiero che almeno una volta hanno avuto tutti. Ma visto che di informazione parli, ecco, deriva tutto da lì. Onestamente se c'è qualcosa in cui non siamo carenti è l'informazione. Non è a noi che passano informazioni sbagliate, fidati. Anche se devo ammettere che ultimamente per fortuna si stanno diffondendo un po' più di verità riguardo ai rischi di un'alimentazione basata prettamente su proteine animali, finchè continueranno a passare messaggi come “devi mangiare per forza la carne per il ferro” o “se non bevi il latte allora non assumi calcio” o immagini che spingono a far credere al consumatore che le galline vivano come la Rosita di Banderas io capisco che sia difficile far cadere certe convinzioni ataviche. Però perchè queste verità vengano a galla bisogna avere il coraggio di voler aprire gli occhi e smontare quelle certezze su cui ci siamo cullati fino ad ora. Che quei cibi siano buoni nessuno lo ha messo in dubbio, ma si tratta di valutare se il gusto vale tutte le sofferenze che stanno dietro al sipario. Una volta presa coscienza, fidati, nessuna di queste “rinunce” (anche se mi piace più parlare di sostituzioni!) ti sembrerà più un sacrificio.
Un abbraccio! 🙂
Patapata says
semplicementefantiasticamente VERDI!!! sto mangiando gli asparagi come fossero gli ultimi esemplari, li adoVo :))
Erika says
Sai che mi fanno gola sia le farfalle che il “robiolino” ?
Sono proprio curiosa di assaggiarlo.
A presto
Un abbraccio
Erika
Francesca says
Lucry, a me piacerebbe diventare vegana, ma..vivere nella società non è facile, e di controllare tutto, tutto tutto ciò che mangio ( e che già controllo per altri motivi meno nobili)è difficile:-( Per carne e pesce no problem, ma per il resto..Però le uova non le mangio se non in modo indiretto (leggi gelati, in estate, se non riesco a trovare quelli senza ), formaggi mai mangiati. .praticamente i miei “sgarri”si limitano allo yogurt (che mangio tutti i giorni) e alla ricotta una tantum(e al latte del cioccolato al latte, o a quello dei gelati. ? Mi piacciono, si è capito;-)No, vegana al 100% non ce la posso fare, ma l'iniziativa dei 21 giorni è davvero interessante. BACIOOO
Peanut says
ahha grazie caVa, siamo nella stessa baVca allora! 😀
Peanut says
Fammi sapere! secondo me è molto simile all'originale, se si regola bene la quantità di limone.. poi puoi regolare la consistenza facendolo sgocciolare più o meno a lungo!
Peanut says
Francy 🙂 lo so,lo so e capisco..anche a me piacerebbe ma fondamentalmente so che ancora qui siamo indietrissimo, e avendo anch'io riacquistato un rapporto decente col cibo solo di recente, non voglio proprio ritrovarmi a soffrire se mi va di mangiare una cosa e non “posso” : che poi pure per me di gelato si tratta, e della via indiretta dei biscotti (che anche se fossero “senza” non ce ne s'accorge nemmeno) mica nulla di più. Ma anche non al 100% è sempre meglio che nulla, c'è chi dietro a questa “scusa” se ne lava semplicemente le mani e neanche ci prova. Nessuno è perfetto, figurati io! bacio bacio bacio
Andrea says
Grazie per la risposta molto articolata. Ti confesso che se per mangiare dovessi uccidere un animale diventerei subito vegetariano (comunque niente cavoli, broccoli o altra roba puzzolente!). Gli spinaci per es. li mangio crudi con olio e aceto pur di non cuocerli… Comunque se la scelta è consapevole è una scelta giusta! Baci
Pam blue says
Nel raccontare la tua fase di transizione tra vegetarianesimo e veganesimo, mi hai ricordato molto cosa è successo pure a me. Anche io ho l'intolleranza al latte e ai formaggi, e avevo la tua stessa possibilità di mangiare le uova delle galline dei miei,sapendo per certo che non se le mangiano (almeno quelle ..!! ) eppure un giorno ho deciso di smettere,e ho dovuto spiegare il perchè.. da quel giorno sono passati due anni, e ora come ora mi sembra di aver sempre mangiato così. E' vero che dietro alla scelta c'è sempre una presa di coscienza,ma è anche vero che a forza di prendere coscienza se vorrai davvero escludere anche le vie indirette,a mano a mano ti verrà tutto spontaneo e automatico. A volte siamo influenzati da chi ci sta intorno e inevitabilmente quando le nostre scelte gravano sugli altri ci vuole più tempo per prendersi le proprie responsabilità… del resto non esiste solo il 100%, tanto meno il 100% istantaneo…
Ti lascio una frase, nella quale ho sempre creduto molto (e ci credo tutt'ora)
“Play your part, even the tiniest things matter, one deed today and ever other day makes a whole lot of difference.”
ciao:)
Peanut says
Grazie per il commento, l'ho davvero apprezzato molto.
Ora è un po' che mi ci sto impegnando, anche se essendo in fase di “transizione” ho ancora bisogno di prodotti che magari chi ormai è già vegan da qualche anno non mangia più, come biscotti, barrette, crackers vari che contengono sempre olio di palme e anche quando meno te lo aspetti latte 🙁
E' probabile che dovrò fare molta attenzione per i primi tempi, poi come dici veràà tutto automatico.
Intanto mi rincuoro con la bella frase che mi hai lasciato 🙂