Certo che per avere solo vent’anni posso già dire di aver smesso di fare molte cose.
C’è la scelta più “totalizzante”, quella che ritrovo minimo quattro volte al giorno, ogni giorno, l’aver smesso di mangiare carne-pesce-latte-uova.
Ho già smesso di fumare, dopo soli quattro o cinque anni, in modo del tutto naturale e senza imposizioni, così che non mi è mai pesato neanche un attimo.
Ho smesso di bere il caffè, disintossicazione che si è invece dimostrata un po’ più ardua, come vi avevo già raccontato qui, anche se dopo solo due giorni di vampate di calore, stanchezza e spossatezza, mi sono sentita rinascere, energica e riposata come mai ero stata prima.
Non sento nessuna di queste come una rinuncia, anzi. Ho la conferma che sono state delle decisioni positive giorno per giorno, e la consapevolezza che si riveleranno redditizie in un prossimo futuro.
Non sempre e non per tutti possono essere cambiamenti altrettanto facili.
Fortuna vuole che in caso di crisi di astinenza, alcuni surrogati ci possano dare l’impressione di non aver rinunciato a niente pur essendo meno dannosi, per il caffè ci sono bevande alternative come il popolare orzo, per carne e formaggi che ve lo dico affà, ci son wurstel, affettati, sottilette, mozzarelle, pecorini, spezzatini, salami, che quasi mi vien da ridere se penso che ancora molti pensano che si mangi solo verdura, ma pure se penso che una delle frasi preferite di molti è: ” le tue ragioni sono giuste, ma io non ce la farei mai a stare senza X”.
Per la miseria, ti va un hot-dog e te lo fai, ti va un panino col burger e te lo fai, ti puoi fare pure un “uovo” strapazzato, ma che vuoi di più?!
Per la sigaretta certo il discorso è più complesso, non me la sentirei proprio di consigliare quella elettronica come alternativa salutare! Penso che i rischi che tutti conosciamo dovrebbero essere un incentivo abbastanza forte per salutare una volta per tutte quelle che sono sotto tutti gli effetti dei falsi amici.
Non son mai stata una gran bevitrice, a parte qualche brindisi nelle occasioni speciali e le bevute suicide (quelle sì) delle uscite la sera, ma si limitavano a una ogni morte di papa. Ora che ho scoperto il fascino delle bollicine il discorso cambia, l’aperitivo col prosecco (o il rosè? ma com’è?!) sta diventando un appuntamento -troppo- fisso, ma non voglio sembrare una fissata (non lo sono, giuro!) quindi per ora, dai, stiamo scialle.
Poi c’è il fritto. Esiste qualcuno a cui non piace? Anche se mi dite di sì ci credo poco. Quante di noi cercano di resistere al suo fascino, magari concedendoselo giusto quella sera in cui si è a cena al ristorante (con la scusa della puzza..), e nonostante il senso di colpa e i rimproveri della coscienza, si liquida la vocina interiore con il “dai, una volta ogni tanto se po’ fà!”. E’ vero, se po’ fà.
Io per prima ne sono golosissima, e lo considero forse la mia maggior tentazione, visto che appunto dolci strapannosi e cicciosi (oltre a non essere facili da trovare, di veg, almeno qui) non mi smuovono più di tanto.
La salvia fritta, le verdurine, le patatine, i fiori di zucca..
Appunto, i fiori di zucca. Da un po’ mi frullava in testa di provare a replicare quelli alla Romana, ripieni di mozzarella e acciughina, senza ovviamente ingredienti animali
Ancora però pensavo alla frittura. Poi arriva la fatidica sera, e mi rendo conto di non aver la minima voglia di friggere.
Ma li ho fatti lo stesso. I fiori fritti, alla romana, non fritti, senza mozzarella, senza acciuga.
Sè, e allora che hai fatto?!
Visto che si parlava di surrogati, per il ripieno ho usato la mozzarisella (fumè), che finalmente son riuscita a trovare dopo averla vista solo in fotografia per tanto tempo.
La dovete assaggiare, perchè per me merita (certo, ci sono pareri discordanti a proposito, a molti non è piaciuta, ma io non mi fermo mai alle recensioni altrui).
..E dovete guardare questo video che è tenerissimo 😀
Per la frittura ho preso spunto dalla tecnica di Cami, già sperimentata per i broccoli pastellati al forno che mi aveva lasciata davvero piacevolmente sorpresa.
Ecco, il fritto davvero non avrei mai pensato sarebbe potuto essere sostituibile.
Si possono trovare degli escamotage, le polpettine, le cotolette si possono sì fare al forno, ma è vero che non danno la stessa soddisfazione. Anche in questo caso mi aspettavo che fosse un contentino, e invece il risultato è davvero ottimo, dorato e croccante, oltre che leggero e digeribile, il che non è male.
Dite che ce la facciamo a salutarlo?! 😉
Fiori di zucca pastellati alla romana al forno
fiori di zucca: 15 grandi
farina di riso: 180 g circa
lievito alimentare in scaglie (facoltativo): 25 g
acqua fredda
sale: 1/2 cucchiaino
curcuma: 1/2 cucchiaino
olio extravergine d’oliva: 1 cucchiaio + un po’ per la teglia
mozzarisella fumè: 125-150 g
pomodorini secchi: 6 o 7, dipende dalle dimensioni
Per prima cosa lavate e asciugate accuratamente i fiori, cercate di rimuovere il pistillo senza romperli (cosa che penso non sia umanamente possibile.
Preparate una pastella unendo l’acqua alla farina di riso, al lievito, al sale e alla curcuma, quanto basta perchè diventi bella liscia ma abbastanza soda, altrimenti non aderirà bene. Aggiungete anche un cucchiaio di olio e mescolate bene.
Tagliare la mozzarisella a cubetti piuttosto grossi (quattro per ogni fetta tonda) e i pomodorini precedentemente reidratati in acqua a listarelle (circa due per il lungo per ogni pomodorino). Inserite nel fiore la mozzarisella e il filetto di pomodoro, richiudete e passate nelle pastella.
Procedete per tutti i fiori, sistemateli su una teglia coperta da carta forno ben unta di olio, passate ancora un filino di olio sui fiori e cuocete in forno già caldo a 180° con funzione ventilata per 20-25 minuti.
Romina says
Mmm che buoni che devono essere. 🙂 Io ho iniziato asmettere a 30 anni. Prima però mi so data alla pazza gioia…inconsapevolmente.
consuelo tognetti says
Mi piace questa tua versione del finto fritto..peccato che non ho la funzione ventilata del forno 🙁 è deciso che lo devo cambiare..all'istante..
Buona domenica cara <3
la zia consu
Agnese says
Uuuh interessante questa versione!
Ti dirò, Nocciolina, a me il fritto proprio non manca. Anzi, in occasione di una cena disperata [leggesi: dopo ore che vagavamo alla ricerca di un tavolo in un ristorante] in un pub, a base di patate fritte e poco altro, sono stata male tutta notte. Quindi proprio non mi vien voglia di replicare. Mi mancano molto di più i dolci. I biscotti. Mammamiaibiscotti.
Però, insomma. Ce la si può farcela.
🙂
letissia says
Bellissimo il tuo articolo Peanut e brava te per aver iniziato un percorso di consapevolezza così presto, non è da tutti eh!
I fiori sono deliziosi, è visibile la loro croccantezza! Baci! 🙂
Francesca P. says
La tenacia e la forza di volontà sono doti preziose. Soprattutto se usate per un percorso volto al miglioramento, che sentiamo, che ci parte da dentro. Io non mi stanco di ripetere che ognuno deve fare ciò che si sente in assoluta libertà. Chi vuole “smettere” qualcosa o chi vuole “iniziare”. Chi vuole cambiare e chi no. Con il cibo, aimè, la parola “rinuncia” è faticosa per me. Sarà che mi piace praticamente tutto, che considero il mangiare un vero momento positivo… e non parliamo del fritto… sono una di quelle “poche volte ma quando si fa, si fa alla grande”… 🙂 Però scelgo spesso anche la leggerezza e le cotolette capita di farle al forno, per alternare… i fiori di zucca poi vengono bene comunque, ho provato… quindi dai dai dai… 🙂
Michela Visonà says
Volevo farti davvero tanti complimenti perchè, vista la tua giovane età, hai già fatto tantissime scelte importanti e mature. Sei davvero una persona da ammirare…se ce ne fossero di più di giovani come te il mondo sarebbe migliore!!!
Complimenti anche per la ricetta! Anch'io il fritto lo mangio poche volte ma ogni tanto ci vuole! 😉
Cesca*QB says
Prima dico una cosa poi passo al resto: a me la Mozzarisella “compera” fa schifyo, pure quella fumé. pensa che ionon butto mai via niente, +ttosto lo mangio sforzandomi, ecco la volevo buttare, ma ricordandomi del pezzo l'ho regalata ad un'amica che l'ha apprezzata tantissimo 😉
Eh cavolo, le dipendenza, il non poter viver senza qualcosa, forse la cose alla quale non potrei mai rinunciare sono i “sapori dolci” che siano + o meno salutari (dallo zucchero ai datteri al naturale) ma un mondo senza dolce io non lo saprei proprio reggere!
I tuoi fiori mi “sfagiolano” non poco ! E' tantissimo che non li mangio, voglia iooooooooooooooo……
La Cucina della Capra says
io la mozzarisella non l'ho mai assaggiata, ma non mi fa molta voglia. In compenso non potrei vivere in un mondo senza pomodoro, e se mi diagnosticassero un'intolleranza me ne fregherei di bruttttto!!!
Peanut says
ahaha bè, in questo caso vale senza dubbio il meglio tardi che mai 😉 ..io ho rimpianto invece di non aver avuto la possibilità di farlo abbastanza, sai. ma forse..semplicemente non ero così.
un abbraccio
Peanut says
eccerto, ogni scusa è buona!:P intanto se vuoi provare alza un po' la temperatura e tienili qualche minuto in più, ma non garantisco sulla croccantezza!
buon inizio settimana, un bacione
Peanut says
Idem. Ogni volta, e ribadisco ogni volta che lo mangio, mi riprometto che sarà l'ultima. Solo che quella successiva sembro dimenticarmene. Piacere mi piace, ma in certi casi non ragiono per conseguenze!
(in quelli sbagliati, a dir la verità) ora però che ho scoperto che pura la pastella cuoce al forno addio frittura!
..mah,i biscotti non rientrano nella mia lista di cose da smettere. perchè nella tua sì?! 😉
Peanut says
Arrivi a un punto della tua vita, quando senti di non aver mai avuto abbastanza in cui puoi scegliere se rassegnarti o cercare di avere “di più” (togliendo, che paradossi!). Io ho scelto la seconda. Ecco sì, forse un po' prima degli altri! Ma penso (e soprattutto spero) che arrivi un po' per tutti.
Un bacio a te 🙂
Peanut says
Ah, ma anche a me piace tutto! 🙂 Davvero, a parte l'ovvio, non c'è niente che non mangio perchè non mi piace. Poi certo, bisogna vedere appunto quando lo si sente come rinuncia, e in quel caso, non lo si potrà mai vedere come un momento positivo. E' quando il “cibo” (non tutto, chiaro) comincia a non essere più solo cibo che affiorano tutte le implicazioni correlate e anche la misera insalatina verde che può capitare, per quanto possa essere il giramento di scatole del momento, non è poi così terribile 🙂
Totalmente d'accordo che la volontà è già un bel punto di partenza, il motore, e quasi quasi già una parte del punto d'arrivo per il cambiamento 😉
un abbraccio
Peanut says
Maddai, che imbarazzo ^_^” a me sembra di fare così poco..sarà che per me certe cose sono ormai scontate, molti neanche ci pensano a farci i conti..
Intanto in casa ho scoperto questa via alternativa che non mi ha affatto deluso, per il fuori..ci si arrangerà!
Peanut says
Strano! 😀 cesca menomale che mangiavi tutto..! A me fortunatamente piace parecchio, e son contenta che sia così perchè quella fatta in casa invece non mi veniva mai pienamente soddisfacente, mentre ora mi ci posso sbizzarrire un po' 🙂 non ti piace neanche nelle preparazioni “complesse”? posso capire cruda a fettazze, ma in uno sformato o in un ripieno io non la sentivo neanche tanto..!
per me i dolci me li potrebbero portar via, ma mi dovrebbero lasciar la cioccolata, fondente preferibilmente dal 70% in su! 😉 (aspè..però anche la frutta, eh!)
Peanut says
io invece sono super curiosa e non ho saputo resistere! certo non la comprerò tutti i giorni (non costa neanche poco..) però mi è servita per quelle cose che mi erano rimaste in sospeso e che avevo proprio voglia di provare 🙂
senza pomodoro, davvero?! questa sì che è strana..ma ognuno ha le sue! io penso proprio che direi senza avocado! 😉
Cesca*QB says
Macchè, soprattutto calda/cotta non mi piace °_° anche io non me lo spiego visto il suo successo everywhereeeee…
Francesca says
Su mozzarelle e fritti passo, ma non riuscirei mai a vivere senza dolci e (ma va???) senza gelato. Così, a piccole dosi, me li concedo e chissenefrega. Altro alimento cui non riuscirei mai a rininciare è lo yogurt, motivo principale per cui non divento veg 100%: quelli di soia mi piacciono, ma costano cari e dato che ne mangio uno tutti i giorni, beh..cerco di risparmiare un po'. Per il resto nessuna rinuncia ma, anzi, una scelta di cui sono orgogliosa! ^_^ Ammetto, cmq, che questi fiori non-fritti-ma che lo sembrano, sono invitanti! brava
elenuccia says
Non c'e' scusa che tenga, il fritto e' buono e basta. Poi uno puo' decidere di non mangiarlo mai ma non perche' non sia buono. Io non l'ho praticamente mangiato per anni…pensao non ho mangiato patatine per 5/6 anni. Poi ultimamente ho avuto una ricaduta e ogni tanto mi lascio tentare 😀
Da come dici questa accoppiata pastella/forno merita assolutamente di essere provata
Lo says
ma dai un fritto fatto bene con un ottimo olio e in immersione si può mangiare…è anche una cottura che riscalda perfetta per questa stagione che sta arrivando…però avere l'alternativa perfetta da mettere nel forno è davvero una bella fortuna 😀
Patapata says
malefica!! sembrano proprio frittiperfetti :)) azz grande ragazza, le rinunce volontarie cui ti sei sottoposta giovano al corpo e allo spirito, sìssì 🙂 io sto provando col cacao.. con pessimi risultati devo dire: ho appena fatto colazione con frollini veg al cacao 🙁 ……. e quel che è peggio, è che li ho fatti io ieri :((((
Peanut says
ehehe l'avevo vagamente intuito, sai! 😛 perlomeno se fossero rimasti un ultimo pezzo di pizza e uno di torta non ce li litigheremmo! 😉
baciotti
Peanut says
uh mammina, 5/6 anni son tanti! no,no, a quel punto penso che mi butterei qualsiasi sarebbero le conseguenze!
sì,sì, giuro, ne son rimasta stupita, pensavo di dovermi “accontentare”, e invece..;)
Peanut says
ma sììì che si può! non volevo mettere il fritto al pari delle altre cose citate, era solo per dare una coerenza di discorso al tutto! 😉
Peanut says
nuooo! ecco il cacao però penso non si possa proprio eliminare senza sentirlo come rinuncia! io a quello, non dico non ce la farei perchè non c'è nulla non si possa fare, ma dico proprio onestamente che NON VOGLIO! ..nemmeno quello crudo? penso possa essere un compromesso, dai! 😉