Questo sicuramente sarà un post che non piacerà a molti e che probabilmente tanti non capiranno. E’ un post che nemmeno io stessa avrei voluto mai scrivere, o che mai avrei immaginato che sarei arrivata a concepire. Sarà lungo, ma le cose da dire sono tante e non so neanche bene da dove cominciare. Mi dispiace che arrivi proprio adesso, in un periodo in cui i post-confessione si stanno susseguendo in modo fitto, ma forse questa ondata di “coming out” un po’ mi dà la forza di aprirmi e la speranza di trovare menti comprensive.
Scrivo questo post non perchè mi senta in dovere di giustificarmi (anche se un cambiamento di contenuti senza spiegazione mi avrebbe comunque portato a dover rispondere a determinate domande), ma principalmente perchè per me l’onestà viene sempre al primo posto e odio non esserlo con le persone che mi seguono, d’altra parte odio non poter essere al cento per cento me stessa in un “luogo” (questo, ma anche instagram) che dovrebbe rappresentarmi e in cui dovrei sentirmi libera di esprimermi in maniera sincera.
Ho aspettato un po’ prima di decidere di buttar giù questo testo perchè potrete immaginare, dopo quasi cinque anni di veganismo stretto, non è facile trovare il coraggio di dire che si è tornati a mangiare alimenti che per tanto tempo erano stati banditi. Ho aspettato tanto perchè sono passata anche attraverso una sorta di fase di negazione, in cui ho pensato – e un po’ sperato- che fosse solo un momento di “debolezza”, che riassaggiando determinati cibi che erano diventati un pallino mi sarei tolta la voglia una volta per tutte e avrei smesso di desiderarli ancora. Ma così non è stato.
Ho sempre pensato che chi sceglieva di diventare vegan per motivazioni etiche piuttosto che salutistiche non sarebbe mai tornato indietro, ma molti episodi intorno a me, oltre al mio caso, mi stanno dimostrando che sbagliavo. Perchè sì, le mie motivazioni, al contrario di alcune amiche che in questo ultimo periodo hanno raccontato di esser state costrette a reinserire cibi animali nella loro dieta per motivi di salute, sono quasi esclusivamente mentali. Psicologiche, sì, ma sono sicura che in realtà anche i segnali del mio corpo fossero chiaramente indirizzati alla richiesta di alimenti di cui il mio corpo aveva cominciato ad avere bisogno. Ma andiamo per gradi.
Anche se il primo episodio in cui ho assaggiato nuovamente un derivato animale risale a questo autunno, il mio sentire aveva già cominciato a cambiare da almeno un anno, quando ho smesso di definirmi vegan benchè stessi continuando a mangiare del tutto vegetale. Mal sopportavo il fatto di essere etichettata, come se per alcune persone tutta la mia essenza si racchiudesse all’interno del mangiare o meno animali e derivati, ed ero arrivata persino ad essere infastidita se qualcuno si appellava a me definendomi “la vegana”, un marchio che talvolta bruciava come una lettere scarlatta sul petto. Io stesso parlando avevo cominciato ad usare “i vegani” come per indicare persone distanti da me e da cui non mi sentivo rappresentata. L’aggressività, la limitatezza, la mancanza di empatia verso l’essere umano di molti rappresentanti della categoria proprio non mi si addiceva, così come tutti i litigi interni tra appartenenti al movimento e le continue gare a chi fosse il “vero vegano” non li tolleravo proprio più. Come possono persone che dovrebbero lottare per una stessa causa farsi la guerra tra di loro? Giudizi e sentenze qualsiasi piatto o acquisto si volesse condividere, commenti tesi a sminuire e talvolta umiliare altri, tutto questo mi aveva già portato ad uscire da quasi tutti gruppi di facebook che frequentavo e persino a cancellare amicizie i cui contenuti avevano cominciato a infastidirmi. Ho sempre creduto fermamente in ciò che perseguivo (non mi sarei mai tatuata una V sul polso altrimenti), e forse, in realtà, ci credo ancora, ma non posso neanche negare che negli ultimi il fuoco che prima mi ardeva dentro si era un po’ affievolito, e questo sicuramente anche a causa di certe situazioni.
Poi è sopraggiunto un altro cambiamento. Sono sempre stata una grandissima amante dei formaggi: freschi, stagionati, spalmabili, delicati, puzzolenti, non c’era un derivato del latte che schifassi. Da quando è scattata quella molla che mi ha spinto a diventare vegana e quindi ad escluderli, da un giorno all’altro hanno smesso completamente di apparirmi appetibili. Ne conservavo un ricordo di qualcosa che mi piaceva, se qualcuno mi raccontava di una ricetta in cui era presente un qualche formaggio non avevo problemi ad immaginarne il sapore e a pensare “buona!”, ma sapevo che arrivando ai fatti, non l’avrei mai mangiata. Avevo trovato nei sostituti vegetali delle ottime alternative che non me ne facevano sentire la mancanza, anche se li usavo con parsimonia e non erano alimenti ricorrenti nella mia alimentazione. Pian piano qualcosa dentro di me è cambiato e ho cominciato a sentire il desiderio di assaggiarli, li sognavo persino spesso di notte e mi sentivo naturalmente tendente a volerli mangiare e non a cercare “qualcosa che somigliasse a”. A poco a poco questo è successo anche con le uova, alimento che fino a pochissimo tempo prima addirittura mi disgustava e mai una volta in quattro anni e mezzo, MAI, mi aveva suscitato interesse o pulsione alcuna.
Non c’è poi su cui dilungarsi: esattamente come questi cibi ai tempi avevano cominciato a apparirmi come cose innaturali da mangiare e ad essere classificate come “non-cibi”, così sono tornata ad avere voglia di mangiarli. In modo del tutto naturale. Come qualcosa che scatta da dentro e a cui la mente può provare ad opporsi, come la mia ha fatto inizialmente, ma è veramente rispettarsi, ignorare degli impulsi sempre più forti?
Ovviamente non sono mancati i sensi di colpa, i “ma voglio veramente mandare all’aria quasi cinque anni?”, la coscienza che tornava a raccontarmi cose che sapevo già benissimo e che erano state il mio primo motore nel maggio del 2013. Coscienza che continua comunque ad accompagnarmi nelle mie scelte. Eviterò formaggi di grandi marche da supermercato: fin’ora ho sempre fatto acquisti di prodotti lattiero-caseari da NaturaSì o altri negozi bio, e quindi scegliendoli biologici e, naturalmente, senza caglio animale (cosa che fuori purtroppo non è altrettanto facile). Ho chiesto a mia madre di prendermi le uova da dei contadini qui vicino, gli stessi a cui portammo noi le nostre galline quando non potevamo più tenerle, quindi persone fidate e che sappiamo come tengono i loro animali (sì, ho tutt’ora una gallina, ma dove queste vada a fare le uova, resta ancora un mistero). Cosa sto mangiando che un tempo non mangiavo quindi? Qualche uovo, latticini come yogurt, quark, robiola, ricotta, preferibilmente di capra o pecora più raramente di mucca (ho scoperto una passione per il cottage cheese che non ho trovato di altra origine). Is it really that much of a deal?
Tutto questo, quindi, non vuol dire infatti che io abbia preso ad abbuffarmi di formaggi: continuo in realtà a mangiare vegan la maggior parte del tempo, a casa come fuori, ma ciò che è cambiato è sostanzialmente che ho voluto sentirmi tranquilla, nel caso ne senta il desiderio, di poter scegliere altro. Continuerò a bere le mie bevande vegetali, a mangiare burger di soia e affettati vegani. Ma non facendone l’unico pilastro della mia nutrizione. Qui entra infatti in gioco la seconda parte del discorso, quella legata al tipo di prodotti che vanno a costituire l’alimentazione vegana in sè e per sè. A dispetto di ciò che il vegano medio sostiene, sono convinta che sia molto difficile mantenere un certo tipo di dieta (inteso come stile alimentare, ovviamente) orientata sui “whole foods“: se non si vuole abusare di cereali e legumi (che sì, sono alimenti ottimi ma che non possono essere consumati quotidianamente a pranzo e cena) diventa complicato non sfociare nel versante opposto, quello dei cibi pronti e industriali, su cui stavo basando la mia alimentazione in modo decisamente troppo massiccio ultimamente. Ero arrivata a nutrirmi di sola soia e derivati del glutine (per la gioia della mia pancia), ovviamente lavorati e arricchiti di altri tanti (troppi) ingredienti, quando già sono due alimenti di cui non si dovrebbe fare un uso smodato – soprattutto se si hanno determinati problemi ormonali come quelli che ho io-. Dopo mesi di cibi preconfezionati (anche della peggior specie, tipo quelli “fit”) sono arrivata a sentire il bisogno di cibo più vero. Non sono poi così sicura che una cotoletta surgelata realizzata con materie prime di dubbia qualità, in alcuni casi specifici persino prodotte da aziende che commerciano anche alimenti a base di carne, sia tanto più etica di un uovo a km pressochè 0. Con questo non sto denigrando tutto ciò che fino a ieri mangiavo, ma penso che farne il perno della propria alimentazione non sia eccezionale nè da un punto di vista salutistico che, forse, neanche da quello della sostenibilità ambientale. Che in media stat virtus e probabilmente un approccio più morbido possa giovare da numerosi punti di vista.
Come ho detto all’inizio non ho gravi problemi di salute che mi hanno portato a dover eliminare determinati alimenti per reintrodurre altri ma vedo tutto molto correlato: il lato della tranquillità mentale con quello dell’ascoltarsi, con quello di un tipo di nutrizione perlomeno più equilibrata tra il naturale e l’artificiale.
In realtà, qualche problemino per cui in passato mi era stato consigliato di mangiare ogni tanto le uova ce l’ho pure io, ma all’epoca mi ero opposta con fermezza. Lo stesso problemino per cui dovrei anche limitare soia e glutine. Un problemino per cui molto probabilmente dovrei fare attenzione anche ad altre cose, per esempio all’indice glicemico degli alimenti, cosa a cui magari piano piano arriverò.
Quindi? Non sono più vegana? Sono vegetariana? Questo dover rientrare necessariamente in una categoria è proprio ciò che vorrei evitare. Nel mio piccolo continuo a fare scelte consapevoli e moderate, in modo da avere il minor impatto possibile su determinate realtà, e credo che anche quando si parla di vegetarianismo i confini siano molto vasti: non penso di potermi ritenere uguale a chi pur evitando la carne beve latte di mucca di grandi marchi ogni mattina, mangia merendine confezionate o compra albumi in brick. E’ proprio per questo che odio le etichette e le trovo inutili e talvolta deleterie.
Non posso neanche dire con certezza che non tornerò a escludere anche i derivati animali in futuro, non me lo precludo certo: so solo che questo è ciò che sono (anzi, ciò che faccio) al momento e non mi sentivo più in grado di lasciare che le persone pensassero diversamente.
Ho letto un commento che mi è rimasto davvero impresso su instagram in cui si diceva che forse anche il tipo di dieta, così come altre scelte o adesioni a movimenti nel corso della nostra esistenza, va bene per un periodo della nostra vita ma che può modificarsi nel momento in cui noi evolviamo. Se siamo ciò che mangiamo, e noi cambiamo, è normale che il modo in cui mangiamo cambi con noi. La scelta vegan ha costituito una chiave di svolta importante nel mio percorso su questa terra, mi ha aiutato a sentirmi una persona utile e migliore in un momento in cui non credevo minimamente in me stessa, mi aiutato ad acquisire consapevolezza e a trovare la forza di difendere con le unghie e con i denti un’idea, mi ha fatto conoscere persone splendide che tutt’ora continuano a fare parte della mia vita. Ed è stato tutto così bello e luminoso perchè non mi è mai pesato neanche per un attimo. Abbiamo però la grande fortuna di poter fare dei cambiamenti quando ci si rende conto che qualcosa, di qualsiasi natura essa sia, non ci fa più stare bene trovo sia stupido impuntarsi per mandarla avanti.
Spero di non aver deluso nessuno e anche se per molti sarà sicuramente stato inaspettato, mi auguro di avere il vostro appoggio o perlomeno la vostra comprensione. Se così non fosse, io sono comunque contenta di essere stata onesta e di poter continuare ad essere me stessa come nel bene e nel male ho sempre fatto. Non so ancora che piega prenderà il blog, so solo che chi deciderà di andare, vorrà dire che avrà fatto parte di una stagione che ormai appartiene (in parte) al passato. Ovviamente sono a disposizione per qualsiasi confronto, domanda, chiarimento, purchè siano portati avanti con educazione e contegno.
Grazie <3
Karin says
Sei libera. Sei consapevole. Sei istruita. Per me, resti la Noccio di sempre.
Peanut says
Quello non cambierà mai <3 grazie amica
Francesca Quaglia says
Lucrezia…quello che dovevo dirti te l’ho già detto. Qui aggiungo solo questo <3
Peanut says
niente da aggiungere <3
Greta says
Ciao little Nut ( sono Greta, gre. en tasty) 🙂
Ho letto e ci tengo a dirti una cosa: un vegano è realmente vegano quando sente dentro di sè il bisogno di eliminare derivati animali dalla propria dieta, perché ha le sue buone motivazioni etiche e di qualsivoglia tipologia. Se tu non ti senti di continuare quello stile di vita, non farlo. Segui sempre il tuo istinto e sentiti libera di fare ciò che ti fa stare bene. Puoi mantenere le tue convinzioni etiche ed ambientali pur non essendo vegana, te lo assicuro. Anche perché, ora mi ci vorrebbe una diretta solo per questo discorso, ma anche la dieta vegana del tutto ‘etica’ non è, ecco. Mangia ciò che vuoi, ciò che ti fa sentire viva e in pace con te stessa, perché di gente ipocrita ce n’è fin troppa ed è inutile continuare un percorso che non senti più tuo… Ti abbraccio💗
Peanut says
Sicuramente ci sono modi ben diversi di portare avanti anche una dieta vegana e MOLTI non lo sono, benchè ci si nasconda dietro al fatto che lo si fa per gli animali..solo che a volte ci si dimentica di tante altre cose. Lasciamo perdere l’ipocrisia, prima o poi le cose escono fuori e si scopre che da quelli che più si ergono a maestri di vita abbiamo davvero poco da prendere a esempio, anzi…
Ormai è già stato detto tutto, ora mi vado piuttosto a guardare per bene il tuo blog che mi sembra fighissimo! Grazie, un bacio bella <3
Camiria Tredicin says
Cara Lu, ho letto con molto piacere il tuo post.
Ultimamente parlavo proprio con un mio caro amico riguardo l’intenzione di reinserire nella mia dieta delle uova, ovviamente non uova da allevamento industriale etc, etc ma penso che nemmeno debba chiarirlo 😀
Sono d’accordo con te che si evolve, si matura, si cambia e per fortuna si cresce…
Ovviamente, come te, avendo un blog, ci sentiamo in dovere di spiegare, “giustificare”, quello che stiamo facendo, il cambiamento che in noi è in atto perché non ci sentiamo altrimenti trasparenti come lo siamo stati fino ad ora.
Fatto sta che non dobbiamo giustificare niente a nessuno, facciamo quello che sentiamo e se non deludiamo noi stessi, in realtà non stiamo deludendo proprio nessuno 🙂
Io ancora non ho reintegrato le uova nella mia alimentazione, voglio avere la certezza di come vengono trattate e di ciò che mangiano e poi magari uno o due uova a settimana potrei concederli, prima di allora nada 🙂
E’ da un po’ che non scrivo e pubblico nel blog, un po’ perché sono presa da mille impegni lavorativi e non che non ho davvero tempo di seguirlo e poi perché come te vorrei capire dove arriva questo mio cambiamento, cosa succede, cosa sta realmente cambiando e cosa davvero desidero.
Anche a me infastidisce da morire quando vengo etichettata come la vegana, sono Camiria e non quello che mangio o che scelgo di fare nella mia vita.
Ognuno di noi è diverso, ha una sua personalità e un suo modo di vivere e vedere le cose, le etichette lasciamole ai vestiti!
Per ora quindi ti abbraccio e ti ringrazio comunque per questo nuovo punto di riflessione, mi fa piacere sapere che non sono la sola a vivere dei cambiamenti simili 🙂
Peanut says
Cami non ho davvero più niente da aggiungere, sono solo contenta che anche grazie a questo mio post tu abbia potuto trovare il coraggio di aprirti e la possibilità di fare ulteriore chiarezza con quello che stai vivendo in questo momento. Non dobbiamo giustificarci con nessuno, ma mi faceva davvero piacere mettere nero su bianco, anche per una questione mia personale, tutte le questioni che mi hanno portato a questa decisione.. grazie di cuore, e in bocca al lupo per il tuo cammino <3
Annabel says
“Non ho mai comprato e continuerò a comprare alimenti industriali che contengono latte, burro o uova”. Così come 5 anni fa non avresti mai pensato di tornare a mangiare derivati, sarebbe meglio evitare di fare tali promesse (a te stessa, per lo meno) perché come vedi…
Mi interessa però sapere – argomento che ho visto non hai affrontato nemmeno di striscio – come ti poni adesso circa il lato etico 🙂 galline del contadino di fiducia, ok, il resto? Hai anche il pastore di fiducia? Grazie!
Camiria says
Annabel scusami se mi permetto ma perché parli di promesse?
Lei non ha promesso niente a nessuno, tanto meno a se stessa, ha ascoltato se stessa 5 anni e sta ascoltando se stessa oggi, ora, adesso.
Dovresti apprezzare la lealtà di una persona ed il fatto di ammettere il suo cambiamento.
Mi rendo conto che la sofferenza animale sia all’ordine del giorno, così come tante altre sofferenze, ad esempio quelle nostre interiori che ci hanno segnato e portato magari, consapevolmente, verso certe decisioni.
Lucrezia adesso non è diventata il mostro perché di tanto in tanto reintegra dei latticini nella sua alimentazione, acquistare in modo comunque consapevole, vale molto di più di chi arraffa qualsiasi cosa dagli scaffali di un supermercato e li butta nel carrello senza porsi nessuna domanda sulla provenienza degli alimenti, la salubrità degli stessi e via dicendo.
Ognuno ha un vissuto ed un percorso da fare , lei non è “la vegana” , “la vegetariana”, “quella che ha i ripensamenti”, lei è Lucrezia che sta crescendo, si sta evolvendo, sta imparando ad ascoltarsi ed ascoltare le sue emozioni. Rimane sempre una persona consapevole che continuerà i suoi acquisti nel medesimo modo. Sono cresciuta in una famiglia di contadini,ho visto atrocità, ma ho visto anche amore ed appreso tante cose… Di questo farò sempre tesoro e ringrazio i miei nonni e la mia famiglia per avermi trasmesso comunque determinati valori legati alla terra, agli animali e alla Vita. Se si compiono delle scelte dettate dal cuore e dalla consapevolezza, non saranno mai quelle sbagliate.
Ora passo e chiudo perché non sono l’avvocato difensore di Lucrezia e non ne ha nemmeno bisogno, ma il commento riferito al Pastore di fiducia l’ho trovato esagerato ed anche il discorso sulle promesse. Scegliere di seguire un’alimentazione vegana non è una promessa, è qualcosa che si sente dentro, senza promettere niente a nessuno.
Un bacione ragazze ♥️
Peanut says
Proprio come cinque anni fa ho detto che non avrei più mangiato determinati alimenti adesso dico questo, perchè nel momento in cui sono ne sono profondamente convinta. Purtroppo non ho un pastore di fiducia ma se dovessi trovarlo sarò ben felice di acquistare da lui. Tutto quello che dovevo dire su quello che scelgo di comprare l’ho già detto. Curioso come di tutto il discorso che ho fatto tu abbia voluto battere dove potevi andare a suscitare un qualche senso di colpa, come se per me fossi stata una passeggiata prendere atto di questo cambiamento che stava avvenendo dentro di me. Non ho più niente da dire, le provocazioni da qui in avanti possono rimanere senza risposta:)
Daniela Agnes says
“Quando ero studente all’Università di Londra, ebbi la rara opportunità di partecipare a una lezione tenuta da un professore di grande levatura, i cui scritti in tema di filosofia dell’educazione erano considerati straordinari. Al termine della lezione, uno studente si alzò e provò a metterlo in difficoltà, sottolineando come quanto aveva appena affermato contraddicesse ciò che diceva in uno dei suoi libri. La risposta del professore fu fulminante: «Ah sì, certo, ho detto proprio così in quel libro. Ma poi ho cambiato idea, e non mi riconosco più in quelle parole». Ci rimasi di stucco anch’io. In quel momento mi resi conto che, fino ad allora, avevo sempre pensato che tutto quanto veniva stampato fosse, se non sacrosanta verità, almeno corrispondente all’immutabile e definitiva opinione dell’autore. Il fatto che quell’autentica personalità avesse appena contraddetto un suo stesso scritto fu nel contempo sconvolgente e rivelatore.”
E’ tratta dalla prefazione a un libro splendido e che amo molto: ” Il Perdono Assoluto” di Colin C. Tipping.
@Camiria: grazie come sempre anche da parte mia, il rispetto parte anche dall’accoglienza e dall’accettazione del diverso ed evidentemente non tutti siamo pronti a fare questo grande passo, anche se ergiamo davanti al mondo il vessillo di un’etichetta che ci identifichi e che ci evita il confronto con Noi stessi e con chi siamo davvero (perchè fa maledettamente paura).
@Noccio: eh niente, che vogliamo farci? Sorridiamo, va là! ^__^
Daniela Agnes says
Amica mia, te lo lascio qua il mio pensiero volante, così da non farlo perdere nella cronologia di un social. Ho letto tutto con tanta tenerezza e ammirazione, perchè fra le righe si legge la lotta della tua evoluzione personale, nella sua costante ricerca di coerenza. Siamo sempre in divenire, ormai lo sappiamo. Io sapevo già dei tuoi crucci e tu d’altro canto conosci molto bene quanto a me le etichette non piacciano: perchè ti impongono staticità quando in realtà la vita è mutevole e piena di sfumature. Alla fine non penso che con la naturalezza delle tue nuove scelte consapevoli tu possa realmente inficiare il tuo impatto sul mondo… Con le premesse fatte da te, anzi, migliorerai il modo in cui sarai presente a te stessa e al resto dell’Universo. Chi ti ama, resta. Sempre. A tutti gli altri un bel: “Goodbye and thank you for all the Fish”! La risposta è sempre 42. <3
Peanut says
Grazie Dani bella, pensa che ero convinta che non mi avessi più risposto ai messaggi proprio per quello che avevo detto alla fine ahaha
Ovviamente scherzo. Onestamente sento di stare adesso mangiando in modo molto più equilibrato di quanto non facessi prima, e questo mi fa stare bene. Sono contenta che si capisca tra le righe quanto per me sia stata una lotta, non vorrei che passasse il messaggio che è stata una scelta (anche se può davvero definirsi una scelta, seguire una propria propensione interiore?) a cuor leggero, ma come per ogni cosa, c’è chi leggerà ciò che vorrà leggere, non è un problema mio.
Un mega abbraccio Dani, e speriamo di scambiarcelo presto fisicamente.
Daniela Agnes says
Ma certo che anche tu sei una nocciolina… tostata! Ti devo aggiornare quanto prima, non ti ho più risposto perchè ne sono successe di ogni e mi sono lasciata travolgere dagli eventi. Ma sto bene, davvero, e voglio parlartene a dovere. Quello che è certo è che mai nessuna scelta che ti porta alla serenità lederà un rapporto di amicizia, non con me, almeno. Ricordati sempre che sei e resti la mia Noccio! (E, btw, sei sempre più bella meine Liebe)
Peanut says
E che aspettiiiiiiiiii
oriana says
Io ti ammiro. Il cambiamento va bene e il tuo va benissimo perchè consapevole. Io non sono mai stata vegana, macrobiotica si, che è anche “peggio” di vegana nel senso che è un modo di alimentarsi più restrittivo, in realtà cerco continuamente uova a km 0, verdure a km 0, ho anche un piccolo orto ma mangio di tutto e a volte sono emotiva… Ieri per esempio abbiamo mangiato riso in bianco con burro e parmigiano; non lo facevo da 30 anni. Me lo preparava sempre mio nonno ed è stato bello tornare indietro con i ricordi. Confesso che una o due volte l’anno mi faccio anche il ragu alla napoletana, quello che cuoce 7-8 ore e anche quello è un tuffo nei ricordi di infanzia. Questo non mi impedisce di fare torte, biscotti, minestre e pasti interi o anche interi periodi in cui mangio vegano….. ma spesso nemmeno me ne accorgo…. lo faccio perchè il mio organismo lo richiede. Quindi per me BRAVA! Bravissima ad aver fatto le tue riflessioni e ad aver scelto il meglio per te in questo momento.
Ti abbraccio
Peanut says
Ciao Oriana! Ben ritrovata! Che dire, penso davvero che ci siano miriadi di persone “onnivore” – o per usare un’altra etichetta di voga al momento, ma giusto per intendersi- “flexitariane” che mangiano in modo molto più sostenibile di un vegano che si alimenta costantemente a prodotti comprati al supermercato dallo scarso valore nutrizionale (per non parlare di trasporti, imballaggi…). Per me contano i fatti più che le parole. Ti ringrazio per avermi lasciato un commento così sentito, un abbraccio!
Valentina | The Blue Bride says
Sono contenta che alla fine tu abbia deciso di ascolarti, non solo perché il tuo corpo probabilmente te lo stava chiedendo, ma anche perché il coraggio di fare una scelta simile porta crescita personale. Rivalutare le proprie scelte non è da tutti! Per il resto sai che la penso come te sulle etichette e sui vegani vegani vegani che non rispettano le scelte altrui, nemmeno quando sono scelte consapevoli come la nostra. E che importa se tu non hai problemi di salute, magari ti sarebbero venuti e la tua psiche ha deciso di proteggerti (e tu hai fatto bene ad ascoltarla presto, non come me).
xoxo
Peanut says
Uh Vale, avevo saltato il tuo! Comunque noi ormai ci siamo davvero dette tutto tutto più volte. Sì, io generalmente per quanto combattuta una decisione possa essere, se vedo che la mia serenità mentale viene parecchio minata, agisco abbastanza in fretta (ma sempre di mesi si parla eh!:D) .. e grazie, perchè anche tu il tuo piccolo contributo l’hai dato.
Xoxo
xcesca says
Lu, non mi sono mai definita vegana proprio per le due perplessità, e per sentirmi leggera nel momento in cui, soprattutto in viaggio, mi è capitato di “sgarrare”.
Leggerezza, sostenibilità, scelta, consapevolezza.. voglio che siano queste le cose che guidano il mio percorso.
Ti abbraccio
Peanut says
Ecco, sono curiosa di conoscere anche che nuovo sapore avranno i miei viaggi da ora in poi…:) per il resto, condivido tutto. La consapevolezza resta. Grazie Cesca <3
topoinlattina says
Innanzitutto ritengo che nella vita soppesare le parole sia controproducente, in secondo luogo l’etica è molto importante sono la prima a dirlo, ma ogni tanto bisogna essere egoisti, ognuno ha il proprio percorso e compie le proprie scelte, penso che se una persona per raggiungere equilibrio e felicità ha bisogno di una punta di egocentrismo la deve avere punto. In più ogni essere umano non dovrebbe porsi su un altro giudicando le sue scelte. Detto questo, magari Noccio ha un pastore di fiducia, in caso contrario non per questo deve essere giudicata, criticata o bersaglio di frecciatine.
Auguro a tutti una buona serata😘
Peanut says
Non ho capito chi sei ma ti adoro per la tua diplomazia :’D <3
Comunque mi metto in moto per trovare questo pastore di fiducia, via! Poi chissà su cosa troveranno da ridire, però.
Sonia says
Hai fatto la scelta giusta. La cosa più importante è ascoltare se stessi, bisogna dare al corpo ciò che vuole.
Peanut says
Sonia, solo grazie. Cercherò di portare avanti questa nuova consapevolezza, che è quello dei bisogni del mio corpo, con quella acquisita in precedenza nel modo migliore. Un abbraccio
Ursula vegan a cuori says
Ho letto con molto interesse il tuo post. È il tuo percorso ed è giusto che lo segui. A me piace leggerti così per quello che sei e continuerò a farlo indipendentemente da ciò che mangi. Un abbraccio Ursula
Peanut says
Ursula, grazie! Tra l’altro non ho fatto a tempo a leggere i tuoi direct su instagram che al mattino era già sparito tutto..mi dispiace quando vengono cancellati dei messaggi, non so cosa ci fosse scritto ma figuriamoci se mi sarei mai permessa di giudicare…
saltandoinpadella says
Tesoro diffida da chi si erge a maestro con la verità infusa. Non esiste la verità vera, la cosa importante è stare bene con se stessi e con gli altri, seguire le proprie idee con la giusta consapevolezza di cosa comporta quello che facciamo. Odio essere etichetta, come odio etichettare gli altri. E sopratutto odio l’aggressività, gli estremismi e la mancanza di rispetto delle scelte altrui. Che tu sia vegana, onnivora, fruttariana o chissà che, per me sei sempre tu Nocciolina. Mangia quello che vuoi, fai quello che vuoi, l’importante è che tu ti senta bene con te stessa e che tu sia felice.
La cosa più importante al monto è il Rispetto!!!
Peanut says
Solo grazie, davvero, purtroppo alcuni attacchi e obiezioni non mi stanno facendo essere poi così serena come speravo, non tanto per il giudizio altrui quanto perchè risvegliano il critico severo dentro di me con tutto il suo bagaglio passato di consapevolezze.. è normale e giusto che ci saranno degli alti e bassi, ma al momento questo è ciò che mi sento di fare. Niente, come è evidente, è per sempre e può darsi che cambierò ancora strada. Ma è tutto così personale che mi chiedo come ci possa essere qualcun che si sente in diritto di sindacare… come se per me fosse tutto facile…non lo è.
Comunque grazie, Elena <3
saltandoinpadella says
Dante avrebbe detto “non ti cura di loro ma guarda e passa”. Fregatene degli altri, fregatene degli attacchi, quello che importa sei tu. Sei tu che devi sentirti bene con te stessa. Come ben sappiamo seguire le ideologie, qualunque esse siano, senza pensare a quello che si sta facendo ha portato tante brutte cose. La vita non è bianca o nera, non c’è l’assolutamente giusto o il completamente sbagliato.
Sto parlando come mia nonna. Ma quando si diceva che le nonne erano fonte di saggezza c’era una ragione 😉
Alice says
Il fatto di voler essere 100 per cento se stessi anche su internet, anche quando si postano foto è, a parer mio, assurdo. Come le persone che si scusano perché per vari giorni non hanno postato foto. Come se gli altri non avessero altro da fare. Secondo me le reazioni della gente sui social vanno prese con le pinze. Scrive un commento è facile e pure dimenticarlo dopo due minuti. Non è che devi Delle spiegazione a qualcuno solo perché guarda delle tue foto
Peanut says
Non mi sembrano proprio due cose che possano essere messe a paragone.. non è una cosa che ho fatto per compiacere gli altri ma perchè non faceva stare bene me continuare a mostrarmi in un modo che non corrispondeva più a realtà, perchè non mi sentivo onesta. Perchè se ho voglia di pubblicare un piatto con uovo voglio sentirmi libera di farlo, e fidati, che da persone che mi hanno conosciuto e sempre seguito come vegana, anche se non avessi detto preventivamente niente io, le domande sarebbero arrivate. Io onestamente posto solo cose che mi rispecchiano e che fanno parte della mia quotidianeità, se poi tu vuoi pubblicare foto di una carta da parati con la Torre Eiffel fingendo di essere a Parigi sei liberissima di farlo :’D ognuno utilizzerà i social come meglio crede. Forse però ti è sfuggito molto del mio discorso.. fatto che sta che ho un blog che non è mai stato solo ricette ma in cui ho anche sempre raccontato molto della mia vita, delle varianti “alimentari” che stavo provando a intraprendere (tendenze crudiste, conteggio dei macronutrienti e così via).. e come quattro anni e mezzo fa scrissi che avrei voluto provare a togliere ogni cibo animale adesso scrivo che ho cominciato a reintrodurlo. Non ci vedo tutto sto malvagio 😀
Elena AltraCucina says
Tutto molto interessante…anche condivisibile, certo…io per quanto mi riguarda resto perplessa sul caglio presente nella quasi totalità dei formaggi…formaggi con caglio vegetale ce ne sono pochissimi e gli altri conterrebbero caglio derivato dall’abomaso dei vitellini…il formaggio sembra una scelta critica, anche per un vegetariano…
Peanut says
Hai perfettamente ragione ed infatti ho scritto che nel momento in cui acquisto sto attenta che il caglio sia microbico o vegetale, e sì, purtroppo ancora non se ne trovano tantissimi (per questo latticini per ora li ho acquistati solo da Naturasì dove in etichetta è sempre riportato e anche in quelli sfusi è segnalato il tipo di caglio usato..). Fuori non è altrettanto facile, questo è ovvio. La scelta è senz’altro critica e valuterò sul momento cosa mi sentirò di fare. Fatto sta che sono tutte cose che so e anche bene, perchè sono le stesse che mi hanno motivato per tutti questi anni a evitare certi alimenti. Il discorso che mi ha fatto mettere in dubbio determinate cose non è nè la mancanza di consapevolezza nè di sensibilità, e non ho detto che per me è tutto facile e bello, adesso..
Elena AltraCucina says
Ho capito perfettamente e ti sono molto vicina (anche nei dubbi)
Claudia says
Sì, le stagioni cambiano, nella natura e dentro di noi, ed è bellissimo. Più di tre anni fa scrissi un post per certi versi simile al tuo, si chiamava “Hummus di ceci e dis-identificazioni”, te ne ricordi? Sono cambiata ancora tanto da lì, e vedo che sei cambiata anche tu 🙂
Comprendo in pieno le ragioni che ti hanno spinta a scrivere questo post, e ti dirò che sono tanti e tanti mesi che progetto qualcosa del genere anche per il mio blog (guardacaso abbonandolo a uno yogurt di pecora autoprodotto!), ma è stato un anno complicato, pieno di impegni, lavoro e emozioni perturbanti, non ho ancora trovato l’energia per farlo. Anche se vegana non mi ci sono mai definita, e lo sono stata effettivamente solo per un breve periodo, ho sempre pubblicato ricette 100% vegetali, con una sola eccezione; non ti sto a spiegare le ragioni, le leggerai quando mi deciderò a scrivere.
Chettelodicoaffare, ovviamente il mio appoggio e comprensione ce li hai tutti! E non lasciarti condizionare e farti venire sensi di colpa da chi non comprende: semplicemente non comprende, non necessariamente può e deve farlo, e non puoi fartene carico. Il confronto aiuta a comprendere e comprendersi, ma alla fine l’unica cosa buona che puoi fare è seguire la tua verità, come stai già facendo, senza opporti ai cambiamenti presenti e futuri che sorgono spontanei dentro di te.
Un abbraccio!
Peanut says
Wow. Vedo che anche all’epoca, anche se il mio pensiero era diverso, l’argomento già mi aveva toccato. Ho riletto il post ed anche il mio commento e non nascondo che mi ha fatto una certa impressione vedere con quanta fermezza sostenessi il contrario di ciò che scrivo oggi. Che altro dire se non che abbiamo la dimostrazione tangibile che anche se in un periodo della tua vita ti senti completamente a tuo agio nell’ “Incasellarti” in una categoria alla fin fine puoi sempre ritrovarti a cambiare ancora? Però su una cosa ti do piena ragione, che questo nostra apertura al fluttuare dall’esterno possa essere tante volte scambiata per mancanza di coraggio nel prendere una posizione o mancanza di coerenza. Ma sai cosa, per quanto banale possa suonare credo che essere sè stessi ed accettarsi nella propria incostanza, indecisione, divisione, sia la cosa più coraggiosa in assoluto. E infondo, siamo o non siamo adesso tutte fermamente riunite per un’unica causa, quella per la guerra contro le etichette?? 😛
Un abbraccio Claudia, aspetto di leggere il tuo post <3
elisa says
Ciao Nocciolina,
seguo “silenziosamente” il tuo blog da anni. Sono sicuramente una persona molto lontana da te, ma trovo sempre un certo piacere a confrontarmi e cercare di capire “gli altri”.
Sincera? si sono delusa. Ma non ho molto da dire in quanto penso tu sia a conoscenza delle situazioni di sfruttamento e violenza che ti avevano fatto imboccare una certa strada. Quindi.. Se sei serena tu non vedo perchè io dovrei farti sentire inadeguata.
Voglio spendere una parola anche sui commenti “si brava hai fatto la scelta giusta”: chi siamo per dirlo? Per come la vedo io vale quanto “oh sei uno schifo di persona perchè fai questo e quello”, ma è agevolante perchè è sicuramente più facile da scrivere e a volte più rufiano.
Facciamo quello che ci sentiamo, cerchiamo almeno il più spesso possibile. Ma poi ce ne assumiamo tutti i risvolti.
Peanut says
Ciao Elisa, hai fatto bene a commentare. Intanto ti dico che la maggior parte dei commenti di cui parli è stata fatta da persone onnivore e che di conseguenza, stai tranquilla, che gli do il giusto credito:D so che è facile per chi non hai mai voluto provare a fare una scelta del genere o ha provato ma non ha avuto abbastanza motivazione (e onestamente in questo filone non me la sento di mettermici perchè come ho anche scritto nel post, ho sentito il fuoco della passione per la lotta antispecista vivissimo dentro di me durante questi anni e se così non fosse stato forse sarei durata non più di un paio di mesi ). Probabilmente in senso più generale molti intendevano che ho fatto bene se era quello che sentivo di fare, che non è un giudizio assoluto ma assolutamente circoscritto al mio caso e alla fase di crisi identitaria che stavo attraversando. Mi sento di poter dire, adesso, che avevo smesso di essere vegana già ancora da prima, anche se ancora non lo sapevo. Non è stata una decisione, ma un cambiamento che è partito e si è perpetrato gradualmente e naturalmente, finchè non è diventato così evidente che ho dovuto prenderne atto e a quel punto è scaturita la scelta, che però non poteva davvero essere altrimenti. Sono abbastanza serena con le scelte che sto facendo a livello di acquisti perchè sto acquisendo un certo tipo di consapevolezza che prima non penso neanche che avessi. Non so quale sia il tuo stile di vita, la tua alimentazione di base e quindi magari non mi sto neanche riferendo direttamente al tuo caso, ma credo che per dare un giudizio di valore tante volte dovremmo davvero guardare oltre la V del Vegan Ok e vedere cos’altro c’è dietro a quello che compriamo. Comunque ti ringrazio per aver espresso il tuo pensiero in maniera educata e sì, mi dispiace pure che tu dica di essere delusa, ma non posso lasciare che la paura di deludere le persone guidi le mie scelte e le mie azioni. Grazie per esserci stata negli anni, ti abbraccio <3
elisa says
“non posso lasciare che la paura di deludere le persone guidi le mie scelte e le mie azioni”
Una delle poche cose che hai scritto in cui mi rispecchio totalmente.
Io ? sono vegana da una decina d’anni, scelta etica in primo luogo.. scoperta anche salutistica negli ultimi anni.
Non credo capirò mai come si può “perdere” (non è il termine più corretto ma non mi viene di meglio) la via etica quando ci si crede davvero, non credo che neanche se mi scrivessi un libro ce la farei.. e non perchè non ti ascolti e mi soffermi sui tuoi pensieri, ma perchè c’è una voce più forte che urla su tutte le altre quando c’è un sopruso e lo si avvalla anche parzialmente (termine anche qui molto molto alleggerito).
Non è certo una dispensa vegan OK che dice chi sei.
Ti auguro di essere serena, e mi auguro egoisticamente ma anche per chi non può scrivere post su un blog che un giorno rivedrai la tua scelta. Ma solo perchè lo vorrai.
Martina says
Non penso che scelte personali di questo tipo siano discutibili, non siamo nessuno per giudicare, vivi e lascia vivere davvero è il mio motto, perché i problemi del mondo non gravano sulle spalle dei singoli (se no dovremmo cospargerci tutti il capo di cenere ogni giorno) figurarsi di una persona che sta già facendo delle scelte consapevoli. Inoltre sono assolutamente convinta che le fondamenta per mantenere la salute mentale siano basate sul fare tutto in accordo con la propria coscienza, con quello che ci si sente di fare. Tu hai sentito questo, fine.
Appunto per questo, giustificare la cosa come hai fatto a tratti in questo post, mi è sembrato un po’ supperfluo, hai usato motivazioni talvolta un po’ fuori posto.
Anche a me alcuni vegani danno fastidio e non amo di certo essere vessata quotidianamente quando la mia etichetta con stereotipi annessi entra nella stanza prima di me, ma questo non incide di una virgola sulle mie scelte alimentari. Non mi importa essere assimilata a un certo gruppo di persone, è un problema degli altri questo, non mio. Sentire che per qualcuno questo è stato uno dei motivi che hanno portato a un passo indietro (è questo che emerge a un certo punto del post) dispiace.
Secondo punto che stride un po’: il discorso “dieta più o meno equilibrata”. Far passare il messaggio che con uova e formaggi la dieta sia più completa è semplicemente errato. Non ci sono nutrienti in più rispetto a una dieta plant-based. Puoi certamente aggiungere questi alimenti senza conseguenze in negativo sulla tua salute, e se li usi per sostituire delle precedenti abitudini scorrette (che non è detto tutti abbiano) meglio per te, ma non sottendere che una dieta vegana vada tendenzialmente verso una direzione non sana, perché stai faccendo inconsciamente quel gioco a cui accennavi all’inizio, stai giustificando una tua scelta cercando le falle nell’altra.
Diciamo le cose come stanno e andiamo tutti in pace: non esiste un’unica dieta sana, si può fare il bene del proprio corpo per fortuna in tanti modi, abbiamo la facoltà di scegliere. Tu hai scelto questa via perché l’hai sentito, la tua psiche te l’ha chiaramente detto, fine. Tutte le altre giustificazioni, dall’esterno, non hanno molto senso. Ne avevi voglia, bon. Buon tutto 🙂
Peanut says
Ciao Martina, perdona il ritardo nella risposta. Può darsi che le mie motivazioni non “reggano” ai tuoi occhi se come hai fatto tu, le prendi singolarmente, ma ci ho tenuto a specificare che è stato TUTTO L’INSIEME di cose, quindi il desiderio mentale e fisico di certi cibi, un cambiamento del mio sentire e un mio prendere le distanze dalla frangia più estremista, la voglia di un ritorno a un cibo più vero e la necessità per risolvere alcuni disturbi -cosa che peraltro sto già facendo- a portarmi verso questo cambio di rotta. E può darsi che ognuna presa di per sè non regga, ma tutta una serie di circostante intercorse contemporaneamente non erano facilmente ignorabili. Per quanto riguarda la dieta in sè ho altrettanto tenuto a specificare che come la stavo facendo IO non era sana per via degli alimenti di cui facevo eccessivo consumo, ma data anche la necessità di escludere o comunque limitare glutine e soia (e quasi tutti gli alimenti che consumavo li contenevano, anche insieme) non mi restava molto oltre a cereali e legumi, di cui esattamente come per le altre due fonti, non si può fare uso esclusivo (e in ogni caso, non sono un tipo di pietanza che mi aggrada, non mangiata quotidianamente, almeno). Non penso di aver detto che una dieta vegetariana sia migliore di una plant based in senso assoluto. Per alcuni motivi tuttavia non posso mantenere una dieta eccessivamente alta in glucidi (che per forza di cose farei mangiando cereali e legumi) il che rende la dieta vegan inadatta per me in questo momento. PER ME.
Però vedi che molte persone un minimo di senso nelle mie parole l’hanno colto, quindi forse in questo caso il “difetto” sta nella difensiva del lettore, non so:)
Buon proseguimento anche a te!
Martina says
No vedi non volevo assolutamente lasciare intendere di starti giudicando o che avessi letto il post con diffidenza, è strato il passaggio “dieta più equilibrata tra il naturale e l’artificiale” che mi ha triggerato. Insieme al discorso sui vegani cattivi, che mi brucia in prima persona, lo devo ammettere. Probabilmente sì, se ne parlassimo a quattr’occhi la comprensione sarebbe più semplice da entrambe le parti, ma in qualche modo sul web si deve pur comunicare. La mia preoccupazione è solo che gli influencer, anche involontariamente, veicolino un certo tipo di messaggi, ma mi rendo conto che sia un fenomeno inevitabile e non posso leggere un post e pensare al come lo avrei scritto io nella stessa situazione.
Vado a leggere la tua ultima ricetta che mi sembra tanta roba!
zia Consu says
Cara Nocciolina, ti ho letta con interesse e penso di poter dire con fermezza che sei cresciuta dentro e fuori. Quando si ha la possibilità di scegliere e stare bene, perchè ostinarsi ad andare verso la stessa strada? E’ giusto, è l’evolversi della vita! Mi piace quel commento che hai citato perchè è saggio e vero, proprio come apprezzo questo post sincero e a cuore aperto!
Ti seguo da tanto e non ci penso nemmeno ad abbandonarti..e poi per quale motivo?? Perchè mangi un uovino a km 0 o un formaggio fresco? Suvvia, chi smette di seguirti è solo ottuso (e sono stata educata!).
TVB <3 a presto!