Ed eccoci di nuovo alla normalità, chi è tornato a lavoro, chi sui banchi, chi, come me, a non fare beatamente un cappero.
Per quanto mi riguarda mi sono lasciata un 2016 bello denso alle spalle, per certi versi pesante, per altri pieno di novità, di cambiamenti di rotta clamorosi e talvolta inaspettati, di decisioni importanti, di prime volte. La scoperta di amicizie reali e profonde, il primo aereo da sola, qualche “abbandono” doloroso, la rivalutazione di alcune persone, colpi di testa letterali e figurati, la laurea, finalmente, l’Amore, quello vero. Ma se tra tutto quello che ho fatto si può enumerare anche qualche “errore” di percorso, non mi pento assolutamente di nulla. Tutto capita esattamente quando deve capitare e per farti capire delle cose, non avrei determinate consapevolezze a questo punto e non sarei così fiera di quello che ho adesso se non avessi rischiato, anche per mia unica e sola responsabilità, di perderlo.
Ci sono stati anche dei viaggi, prima a Santorini e Ios, poi a Gran Canaria a trovare una persona che molto spesso vorrei che fosse più vicina, infine quello, purtroppo, che ha da poco avuto fine e che avrei voluto durasse ancora molto di più diviso tra Bruxelles, Anversa e Bruges.
Mi sono innamorata del Belgio nonostante il freddo di cui, ormai si sa, non sono per niente amante. Del suo vestirsi a festa durante il periodo Natalizio, dei suoi mercatini suggestivi, del vin brulè che molto spesso mi ha salvato la vita (e le mani congelate!), dell’architettura imponente (mi sono scoperta amante del gotico più di quanti pensassi), del cibo ovunque (literally, OVUNQUE!), dello stile di vita “healthy” (succhi e frullati sono largamente proposti, anche i posti dove mangiare vegetariano sono numerosi, si usa molto la bicicletta, gli orari di lavoro sono umani -forse anche un po’ a scapito, questo va detto, dei turisti!). Non vi nascondo che sarebbe un paese dove potrei tranquillamente vivere.
Avrei voluto scrivere un post in cui recensire i posti in cui abbiamo mangiato (prima della partenza avevo fatto grandi ricerche e mi ero segnata così tanti posti da provare!), ma da sfigata quale risaputamente sono, per il periodo in cui siamo stati lì erano tutti chiusi, chi più chi meno, per la pausa invernale. Alcuni riaprivano il giorno in cui dovevamo ripartire, altri addirittura la settimana dopo quindi ci siamo dovuti arrangiare parecchio passando da un etnico all’altro. Indiano, messicano, libanese, etiope (questo, a dir la verità, è stata una piacevole scoperta e ci siamo tornati per ben due volte).
Abbiamo avuto fortuna soltanto ad Anversa, dove purtroppo siamo stati solo un giorno, in cui però siamo riusciti a fare sia pranzo che cena in locali completamente vegetariani.
Mi sento di consigliarvi entrambi, molto diversi come impostazione, ma che ci sono piaciuti molto.
Divers per il pranzo (chiude alle 17): luminoso localino situato appena fuori dalle vie principali con i negozi, particolare perchè si definisce “juice e smoothie bar” ma è stato forse il posto dove abbiamo mangiato di più (e meglio). Specializzato in smoothie bowls (e chi mi segue su instagram sa quanto le adori!) offriva oltre al menù standard anche proposte prettamente invernali per un totale di ben 9 diverse possibili ciotole (un sogno!) e una serie di toast (disponibili con pane di farro, chia, o senza glutine). Con una bowl – The Hulk per lui e Chocoholic per me (scelte che in entrambi i casi non avrebbero potuto essere diverse!:D) a testa e due mandate di Full Monty, toast con hummus e avocado (una combo che mai più senza) ci siamo alzati completamente pieni e soddisfatti.
A cena abbiamo invece mangiato a Wild, intimo ristorantino vegetariano e vegano gestito da due giovani ragazze della svizzera italiana (con cui abbiamo parlato amabilmente la nostra lingua). Propongono sia piatti innovativi e dagli abbinamenti curiosi che tradizionali reinventati. Anche qui hummus, e poi farinata ripiena di babaganoush e rosti di patate.
Non posso non fare breve menzione anche di Le Pain Quotidien, catena di ristoranti bio che si è espansa in vari paesi sia europei che non (ci ero già stata anche a Parigi) che offre sia piatti onnivori che una scelta non troppo limitata (se non per i dolci, sigh) di piatti vegani. Dovrete armarvi di pazienza perchè sono sempre straripanti e potrebbe anche capitarvi di fare un po’ di coda, ma i loro piattoni colorati e sazianti si sapranno far perdonare. Anche qui siamo andati di toast (con uno spalmabile di anacardi da urlo e insalata di quinoa, lenticchie e varie salsine buone (tra cui l’ennesimo hummus) da spalmare sul loro pane a lievitazione naturale.
Come potete ben vedere, abbiamo mangiato poco hummus (e ho tralasciato di dire che non ci siamo fatti mancare la nostra dose nemmeno al libanese!).
C’è poco da fare, proprio come la cioccolata, non importa quanto ne mangi, non mi viene mai a noia.
Qualche tempo fa, ho voluto fare la pazzia. Unire le due cose. Ed è stata un’azione così folle? Assolutamente no. Il sapore dei ceci al naturale è piuttosto delicato e l’acero, insieme al burro di anacardi che è piuttosto dolce (sconsiglio il tahin per questa ricetta) elimina completamente ogni residuo di sapore leguminoso. Ciò che ne è derivato è stata una crema esageratamente avvolgente, in cui la morbidezza viene spezzata dal croccante delle gocce di cioccolato.
Mi vengono in mente un po’ di usi che potete farne ma datemi retta, la migliore soluzione resta armarsi di ciotola e cucchiaio e darci dentro!
Chocolate chip cookie dough hummus
ceci cotti: 100 g
burro di anacardi*: 30 g (io uso quello di bulkpowders)
sciroppo d’acero: 1 cucchiaio
mesquite in polvere: 1 cucchiaio raso
proteine in polvere al gusto vaniglia: 1 scoop/10 g (facoltativo ma consigliato per un extra “fluff” – io uso queste)
vaniglia in polvere: la punta di un cucchiaino
gocce di cioccolato senza zucchero: 30 g
latte di avena (o altro senza glutine): 50 ml circa
*sostituibile con burro di mandorle
Frullare i ceci con gli altri ingredienti a esclusione delle gocce di cioccolato. Assaggiare e regolare di acero (se non usate le proteine, generalmente dolcificate con un po’ di stevia, potreste doverne usare un po’ di più). Con l’aiuto di una spatola incorporare anche le gocce. Conservare in frigorifero in un contenitore per 3-4 giorni.
Se avete qualche domanda sugli altri posti dove abbiamo mangiato o sui posti in cui, benchè chiusi, ci siamo imbattuti chiedete e vi sarà risposto!
Francesca says
aspettavo questo post :))))) Aspettavo le recensioni dei localini e la ricetta di questa cremina ceciosa e cioccolatosa che, saprai, mi attira parecchio 😉 Un bacio, bella
Cami says
Ho visto le foto su Facebook e dopo il vostro saluto ho capito che vi eravate completamente innamorati della città. Ci sono proprio luoghi che ti rimangono nel cuore e, non solo per il cibo a quanto pare, il Belgio è stato uno di questi 🙂
L'hummus sembra interessante, anche perché i ceci si usano molto per fare dolci perché sono versatili e si prestano bene (nei biscotti e nelle torte sotto forma di farina) quindi tu hai fatto proprio un connubio interessante “hummus + cioccolato” :O <3
Ps. Credo che il destino ha voluto che Gran Canaria non fosse il luogo in cui incontrarci, si vede che ci incontreremo prima o poi in Italia 🙂 ne sono certa.
andreea manoliu says
Ma che belle ricettine, una più buona dell'altra ! Un abbraccio !
Marta e Mimma says
Lucrezia del mio cuor, per me l'hummus rappresenta la quinta essenza del comfort food e ti dirò che spesso, quando non ho voglia di cucinare o non so cosa cucinare, il mio pranzo/cena ideale è rappresentato da hummus e verdure arrostite (cioè vogliamo parlare di zucca/patate dolci al forno e hummus?!). Altre volte ho solo voglia di aggiungerne una cucchiaiata al mio pasto già abbondante, ma poi finisco per mangiare sia il mio pasto sia tutto l'hummus che ho preparato… Ceci e cioccolato mi sembra straordinario, con il burro di anacardi poi è una favola <3 questo lo provo di sicuro! Unica informazione fondamentale: quando parli di 100g ceci intendi ceci cotti, giusto?
Un bacio grandissimo stella, il prossimo viaggio lo prenoti con me, eh! 😉 (anche se, prima, anche tu fra due settimane dovrai beccarti due giorni e mezzo di ristoranti vegan favolosi su IG!)
elenuccia says
Bene sono contenta che ti sia potuta godere un po' di riposo dopo la laurea. Il Belgio è un paese stupendo, pieno di angolini magici. Si sul piano del cibo vegetariano sono molto più avanti di noi, la i ristoranti vegetariano sono la norma, da noi devi cercarli con il lanternino.
Questo hummus rivisitato deve essere una favola, lo vedo benissimo con delle fette di pane di segale integrale
Peanut says
Avrei voluto scrivere molto di più credimi, sono rimasta di un male quando ho visto che a Bruxelles erano tutti chiusi!
Ma quanto sono fighi i ceci!B) tartufini, hummus, ormai ci facciamo proprio di tutto!;) bacio a te Fra **
Peanut says
Ah, le foto, altra nota dolente assieme ai locali chiusi! Non sono ancora riuscita a capire perchè se ne vedano 7 su 380 ma se si è capito dalle poche che sono riuscita a pubblicare..deve proprio essere un amore che traspare!:D
P.s. evidentemente è stato proprio così, forse i disegni a noi nascosti già mostravano che non sarebbe stata per sempre la tua Casa. Sono sicura che mi comparirà presto di nuovo “Camiria è nei paraggi” su facebook!;D
Peanut says
Grazie Andrea:)
Peanut says
Quando ho letto l'ultima frase già mi stavo indispettendo perchè la prima cosa che mi è venuta da pensare è stata: “e adesso dove se ne vanno ancora quelle due girellone?!” Poi ho capito che parlavi di Milano..:D
Sisi, i ceci sono già cotti, a rileggere è sembrato poco anche a me, ma così ho segnato sul foglietto!:D comunque era 1/2 cup, quindi 100 o giù di lì. In realtà ci sta perchè faccio le cose in piccole quantità per evitare che mi vengano a noia, soprattutto se sono una prova.. Ma se sei già sicura che ti piacerà, raddoppia direttamente subito! <3
Peanut says
Assolutamente, già immaginavo che mi sarebbe piaciuto (altrimenti non l'avrei scelta come meta) ma onestamente non pensavo così tanto. Dovrò tornare necessariamente per provare tutti quei posti che mi ero segnata ma erano chiusi!:D
L'ho messo anche sul pane di segale, infatti! Il sapore però è abbastanza delicato quindi se la base è troppo forte rischia di coprire un po'!