Questa ricetta avrei voluto pubblicarla mooolto tempo addietro. Più che altro per darvi modo di provare a rifarla, visto che i cachi ormai praticamente non si trovan più e il prossimo anno dovrei ricordarmi di ricordarvela io e a questo punto sono maggiori le possibilità che troviate ancora dei cachi.
Non riesco, e forse non mi va neanche più di stare dietro al blog come un tempo, è innegabile.
E allora ripeso a quando con più costanza cucinavo-fotografavo-pubblicavo e mi chiedo: ma facevo qualcos’altro durante il giorno, a parte stare sul computer a leggere ricette e guardare foto di food? In sostanza, oltre a pensare al cibo?
E’ normale tutta questa attenzione ossessiva che gli riserviamo? Ci facciamo veramente condizionare così tanto da quello che pensiamo che il cibo che mangiamo ci provocherà o viceversa i nostri pensieri condizionano quello che poi mangeremo senza far parlare l’istinto, l’appetito vero, le reali voglie del momento? A volte mi sembra così una forzatura che mi dico: “ma alla fine che importa se stasera mangerai la pizza con il glutine e la farina bianca se sarai in buona compagnia?”, altre magari il pensiero che “dovrò” mangiare qualcosa che non rispetta i miei requisiti di come penso sia giusto nutrirsi può influenzarmi (e lo ha fatto) così negativamente da impedirmi di godermi la serata.
Cerco pertanto adesso di trovare un equilibrio tra un’alimentazione attenta e una sana (beh, sabato sera escluso) vita sociale, perchè checchè se ne dica sono convinta, e l’ho vissuto sulla mia pelle, che osservare uno stile alimentare così “purista” come possono essere quello crudista, o igienista, o raw till four/80-10-10 comporti notevoli sacrifici per quanta riguarda la sfera delle pubbliche relazioni, a meno che, ovviamente, tutti i tuoi amici non seguano il tuo medesimo stile alimentare (e allora lì sì che c’è da divertirsi!:D)
Ho trascorso quasi una settimana, la scorsa, in compagnia di una delle persone a cui tengo di più, e questo ha necessariamente comportato un cambiamento momentaneo delle mie abitudine e un allentamento delle redini del controllo. Ho abusato di fritti, aperitivi, glutine (e patate!:D) e ho scarseggiato invece di sonno ma ci credete se vi dico che mi sentivo bene come raramente mi succede? Che l’amore è veramente una delle più potenti medicine? Che l’alimentazione fa tanto, sì, ma da sola non può tutto? Non nascondo che sono stata contenta di rientrare nei ranghi una volta tornata a casa perchè gli eccessi sono sostenibili se contenuti a un determinato periodo, certo, e mi mancava la palestra e mi mancavano le mie verdure bollite sciocche (aka “senza sale”), ma questo mi ha fatto una volta per tutte rendere conto quanto sia influente la mente nel determinare come ci sentiamo.
Ci sentiamo in salute e puliti quando mangiamo come diciamo noi per ciò che realmente ingeriamo o perchè siamo soddisfatti di aver rispettato dei dettami, etero o autoimposti che siano?
Corpo e mente vanno sempre a braccetto, e se la seconda prende il sopravvento, può fare dei bei scherzetti.. tutto questo per ricordare, in sintesi, quanto è importante nutrire entrambi.. e l’amore, l’amicizia, la spensieratezza, la leggerezza, le risate, fanno bene a tutti e due:)
Dopo tanti discorsi torniamo alla ricetta, che è in effetti una perfetta dimostrazione della mia filosofia. Ho assaggiato la versione originale di questo dolce una volta che sono stata invitata a cena da un’amica neovegana e l’ho apprezzata veramente molto. Ovviamente non era light, non era senza quello e quell’altro, era una torta che si serve quando hai ospiti a cena, ecco. Mi sono fatta dare la ricetta perchè ero intenzionatissima a riprodurla però, questa volta a modo mio, alleggerendola e rendendola adatta alle colazioni e alle merende di tutti i giorni. Ho letteralmente dimezzato l’olio, ho usato uno zucchero integrale, ho eliminato il glutine (e aggiunto un pizzichino di zenzero) ma era ancora strepitosa e ne ho avuto conferme da tutti quelli che l’hanno assaggiata. Questa torta ha vinto su tutta la linea quindi spero davvero che riusciate a procacciarvi qualche caco per poter toccare con mano;)
- nocciole spellate e tostate: 100 g
- cachi maturi: 500-550 g
- olio di semi di mais o di riso: 40 g
- latte di riso: 50 g
- farina di riso integrale: 50 g
- farina di riso bianca: 50 g
- farina di grano saraceno: 50 g
- farina di avena*: 50 g
- fecola di patate o amido di mais: 50 g
- zucchero muscovado equosolidale: 80 g
- lievito bio, vegan e glutenfree per dolci: 8 g (o 1/2 cucchiano di bicarbonato + 1 di baking powder)
- cioccolato fondente: 80 g (facoltativo)
- zenzero in polvere: 1 cucchiaino
- Frullare i cachi (se di provenienza certa, anche con la buccia) stando attenti a eliminare bene i semi interni assieme all'olio, allo zucchero e al latte di riso. Tritate il cioccolato fondente con la funzione pulse del robt in modo da non surriscaldarlo troppo (potete in alternativa usare le gocce). Tritate finemente le nocciole fino a ottenere una farina e unirla assieme alle altre farine e al lievito. Versare i liquidi sugli ingredienti secchi e aggiungere lo zenzero in polvere e il cioccolato tritato, amalgamando con una spatola. Infornare per circa 45 minuti a 180°.
- Sostituzioni: la farina di avena è solitamente tollerata dagli intolleranti (pessimo gioco di parole) al glutine, ma non se si necessita di prodotti certificati gluten free dato che è sottoposta a contaminazione. Nel caso non possiate fare uso di avena portate la farina di riso integrale a 100 g. Se amate un gusto più deciso, potete anche utilizzare 100 g di grano saraceno.
Ileana says
Non è facile raggiungere un equilibrio Lù, io ho avuto un rapporto molto conflittuale in passato con il cibo e, anche se quel periodo ormai è passato, certe cose ti segnano per sempre…ma ti insegnano anche tanto. Oggi penso di aver raggiunto il mio equilibrio, che non sono vegetariana lo sai, ma conosci anche il mio stile di vita e oggi non ho sensi di colpa se mi concedo qualcosa in più, soprattutto se sto bene. Il cibo fa parte di me, è innegabile, ma non gira tutto attorno al cibo, farebbe davvero male al corpo e all'anima…non amo la rigidità, credo che a lungo andare faccia più male di chi si concede qualcosa in più con leggerezza! Prima di tutto ci siamo noi, il nostro benessere, che dipende dalle nostre abitudini, certamente, ma anche da tanto altro…:) Mi alleno quasi ogni giorno, amo avere uno stile di vita sano ed è tutto spontaneo e naturale, ma ci vogliamo bene anche con delle eccezioni, anzi, ancor di più :*
Scusami le tante parole, ma sono cose che mi toccano sempre tanto!
La torta è meravigliosa Lù, peccato che ho finito gli ultimi cachi proprio da pochi giorni altrimenti la provavo subito!
Ti abbraccio forte forte..e sono felice di leggerti così, più consapevole e…leggera 🙂 :**
elenuccia says
Concordo sul fatto che sia molto importante coltivare il cuore piuttosto che l'alimentazione. Credo che sia un grande errore far diventare la nostra idea del cibo così importante da influenzare le relazioni sociali. Sono per la filosofia “take it easy”. Molto meglio coltivare le amicizie piuttosto che stare davanti al PC. Se c'è di meglio da fare, facciamolo 😀
simona says
niente, è la terza volta che provo a scrivere un commento serio e all'improvviso scompare e devo ricominciare. Si vede che stavo scrivendo delle cavolate! Riprovo sintetizzando. la strada per trovare il proprio equilibrio è assolutamente personale e passa da mille eccessi, privazioni, esagerazioni, prove a cui ci sottoponiamo per provare i nostri limiti e chi più ne ha più ne metta. L'importante è esserne consapevoli e tendere ad una certa serenità interiore, ognuno deve trovare il suo modo. Io da quando sono vegana sono veramente felice, ho trovato il mio modo ideale di alimentarmi, però non mi impongo di privarmi di altro, se mi verrà voglia di mangiare solo crudo lo farò, sennò no, rispetto solo la scelta di non mangiare animali e derivati, e di fare dele scelte etiche quando possibil! Per il resto, la salute dipende anche dal nostro modo di pensare, quindi la serenità è prima di tutto! Io rimpiango solo di poter raramente cucinare per me senza pensare alle foto, alle pubblicazioni ecc, ma questo ormai è lavoro, quindi non posso fare diversamente, quando succede però riscopro tutto il piacere di cucinare per amore e non solo per lavoro! Comunque adoro quello che faccio, quindi un pò di ossessione “sana” la tollero 🙂 Proverò questa torta sicuramente, appena avrò dei cachi a disposizione tu però non angosciarti troppo, nella vita serve anche saper prendere le cose con leggrezza e semplicità, questa è la strada giusta 🙂 Un bacione
Sushi For Breakfast says
Mettendo un attimino da parte la torta, anche se meriterebbe tanti brava brava bravissimaaaa perchè pare proprio una di quelle dalla consistenza che piace a me, vorrei soffermarmi sulla tua riflessione.
Vorrei dirti che sono fiera di te, per davvero, perchè lo sai che ho avuto un passato simile al tuo e se ti devo dire la verità io ancora storcio il naso di fronte ad un aperitivo, perchè la patatina fritta, mi fa ancora un pò paura. E magari poi la mangio anche, con qualche senso di colpa..ma due giorni di fila sono già troppi.. e se mi allontano da casa per un pò di tempo, non vedo l'ora anche io di tornare alle mie verdurine al vapore senza sale!!! Ebbene sono abitudini.. ma la paura no, non deve diventare una costante. Tu sei un esempio per me.
Ultima cosa, non ti ho più lasciato commenti perchè il tempo è quello che è, ma non credere io abbia mai smesso di seguirti! E ti dirò di più.. finalmente mi sono decisa ed ho iniziato a scrivere su quello che anche io anni fa avevo aperto!!
Un abbraccio forte!
Francesca P. says
Ciao sorellina che torna vestita di arancione! Mi fa piacere saperti in forma… intendo in forma di pensieri, perchè vedo che la tua testolina non si ferma mai e continua ad amalgamare riflessioni che sono importanti, per vivere cometisenti…
Ci sarebbe tanto da dire sul cibo e soprattutto sul rapporto che ci lega a lui, un rapporto speciale ma anche delicato, perchè è facile andare fuori dai binari o perdere l'equilibrio tra piacere e fissazione… forse il segreto è – come in tante cose della vita – non essere eccessivamente rigidi o severi, lasciare posto all'improvvisazione e alla leggerezza d'animo, accettando anche tentazioni o debolezze che sono assolutamente umane! Tutto sta… nel senso della misura. E nel conoscersi. Bene. Sappiamo il confine da non superare, sappiamo fin quando camminare per poi fermarci. Ma lo sappiamo solo dopo, appunto, un profondo dialogo con noi stesse. Per questo conta il tempo che passa, la crescita, il percorso, la consapevolezza. La scoperta e persino lo sbaglio, che quando si prova si cerca di non ripetere.
Essere morbidi, come cachi.
Tornare a Casa, sapendo cosa significa e dove è l'indirizzo.
Daniela Agnes says
Con riflessioni tanto belle e importanti, questa torta spettacolare passa purtroppo in secondo piano. I cachi sono il mio frutto autunnale preferito, ne sono ghiottissima e li mangio praticamente ogni giorno fino a quando li trovo in giro… E qua ci scappa un ultimo giretto perlustrativo fra i vari negozietti e mercati, perchè una fetta di questa morbida delizia la vorrei proprio assaggiare senza dover aspettare un anno!
Detto questo, non sai quanto io sia felice di leggere ciò che hai scritto. Anzi, mi sa che in realtà lo sai! 🙂
Sono ancora più felice conoscendo gli altri traguardi raggiunti assieme a tali consapevolezze! Felicità!
Noto però amaramente quanto la conflittualità (passata o attuale) col cibo accomuni molte di noi: è davvero un peccato che ciò che dovrebbe darti nutrimento e vita si trasformi in un nemico da combattere, non pensi?
Eppure è così sempre più spesso. E ci si ritrova inermi ad affrontare molto altro, a fronteggiare la propria anima lacerata, che ha la sola colpa di aver cercato la prima via di fuga possibile. Anyway, la mia considerazione si sta tingendo di note cupe, direi sia meglio tornare alla brillantezza dell'arancione dei tuo cachi!
Francy come sempre ha ragione… è sempre un “Tornare a Casa, sapendo cosa significa e dove è l'indirizzo.”
Proud of you, Nocciolins.
MARI Z. says
ogni tanto trasgredire a regole fisse alimentari ci può stare, basta che non diventino eccessive! ma di certo non è il tuo caso! il rientro alla quotidianità fa rendere più graditi i menù puristi e light. Certo che questa torta è una vera goduria…e come faccio io che sono ancora in pausa dolci da dopo natale!?! …tentatrice! meno male che non ci sono più tanti cachi in giro! 😉
ricettevegolose says
Non sai quanto mi rispecchio in ciò che scrivi in questo post, e quanto sia felice di rendermi conto, leggendo le tue parole, di aver raggiunto la tua stessa consapevolezza… dare alla mente il giusto spazio senza lasciare che scavalchi il cuore e le emozioni belle, questo credo sia il segreto. Anche se non sempre è così facile metterlo in pratica!
Detto questo io questa torta me la salvo, non vedo l'ora tornino di stagione i cachi 🙂 Un abbraccio!
consuelo tognetti says
E' sempre un piacere leggerti e seguire i tuoi ragionamenti. non sai come mi ritrovo nelle tue parole ma x me adesso è impossibile uscire da quel vortice..anzi non credo proprio che sia facile uscirne e ti ammiro se tu ci sei riuscita almeno per qualche frangente della tua vita.
Vorrei tanto avere la possibilità di una bella cassetta di cachi x fare 100 di queste torte, grazie x la ricetta e felice serata <3
Peanut says
Mi dispiace rispondere con un tale ritardo ma mi sarebbe dispiaciuto ancora di più non farlo, quindi che dire, se non che le eccezioni fanno decisamente parte del prendersi cura di sè?:)
Sono contenta quando passi di qua:)
Un abbraccio forte a te :*
Peanut says
Esattamente, ma per chi ha certi trascorsi non è sempre facile rimanere sul pezzo. Ormai è da tanto che ho riacquistato un rapporto sereno col cibo ma mi accorgo che a volte tendo all' “overthinking”, mentre vorrei sentirmi libera di essere leggera, e di coltivare il cuore,come dici tu, senza il peso dei pensieri. Ma sto andando sempre più in quella direzione e ne sono felice:)
Peanut says
Concordo con tutto, e anche io da quando sono diventata vegana ho acquistato una serenità pazzesca e pian piano, anche una crescente sicurezza in me..ma anche qui, come dici tu, a volte mi basta, altre volte no, e sento di dover fare di più, anche solo per dimostrare qualcosa a me, ma ripeto che il mio stato d'animo quando riesco a rispettare certi dettami dipende solo ed esclusivamente dall'esser riuscita a raggiungere un obiettivo, nient'altro..
Come quando senti il bisogno di premiarti per qualcosa, e allora ti concedi quella fetta di torta, senza sentirti in colpa perchè il qualche modo l'hai deciso prima, che quella l'avresti potuta mangiare perchè meritata. Altre volte a causa della stessa fetta di torta, se messa accanto a una banana in un normale pomeriggio, sapendo che dovresti mangiare la seconda, si possono scatenare i peggiori sensi di colpa..quindi sì, eccome, se la mente ci governa!
Ormai grossi sensi di colpa non ne ho da tanto, di quelli che poi determinano il mio comportamento alimentare successivo, ma mi rendo conto che tante delle persone intorno a me ancora vivono il rapporto col cibo niente affatto serenamente, nonostante siano magari blogger o “foodies” a loro volta. E' proprio questo che mi ha fatto pensare come anche l'attenzione morbosa al cibo, a ritrarlo, a parlarne, a studiarlo, possa in realtà nascondere molto altro dal lato invece della più naturale delle azioni, il mangiarlo.. quindi spero che in qualche modo abbiano potuto leggere le mie riflessioni per farle anche un po' proprie:)
Un bacione a te, e grazie per i tuoi contributi sempre preziosi:)
Peanut says
No che non è impossibile, non è mai impossibile. E' sempre una scelta. La nostra forza di volontà può qualsiasi cosa, se vuole.
Non appoggio la completa mancanza di riguardo per ciò che si butta giù, e i discorsi “tanto potrebbe investirmi un autobus, tanto vale che mi mangio quello che mi pare”, che nascondono uno scarsissimi amor proprio, ma volersi bene è anche non farsi sovrastare dal pensiero ansioso che ciò che si mangia possa avere quel qualcosina in più che normalmente non rientra nella nostra alimentazione tipo col rischio di rendere poco sopportabili momenti in compagnia altrimenti piacevoli:)
Che poi sei stupenda te, le avessi io quelle gambe chilometriche!:P
Bacione Zia
Peanut says
Non è semplice ma credo che ognuno dovrebbe provare a lasciarsi andare qualche volta, per il proprio bene, per sentire poi come si sta!:)
Un abbraccio a te Alice!
Peanut says
Assolutamente, come ho risposto anche sotto ad altri commenti trovo che non sia un atteggiamento così sano neanche non porsi il minimo problema rispetto a ciò che si mangia eh, ci mancherebbe!
Beata te che riesci Mari, io alla fine rimugino rimugino ma poi me magno tutto quello che mi capita a tiro!:'D
Peanut says
Macchè esempio e esempio! E' vero che mi metto costantemente in discussione, ma sono anche un cumulo di contraddizioni:D
Immagino, ti vedo che stai sempre in giro! Anch'io sono stata presissima con l'ultimo esame, per questo ricompaio dopo la bellezza di dieci giorni. Ma che notiziona quella del blog, ti passo subitissimo a trovare! *_*
Un bacione Bene, quando vuoi la porta (e la chat) è sempre aperta lo sai! <3
Peanut says
Improvvisazione. Vorrei tanto riuscire a farle fare da padrona in questo 2016. Ci sto riuscendo in sempre più ambiti e vorrei arrivare a farla essere ormai una cosa naturale, che si arresta una volta arrivata a quel senso della misura che ormai conosco e che non vorrei comunque perdere. Ecco, tutti questi processi, così riflettuti e ormai ben a me noti, mi piacerebbe proprio che riuscissero a mettersi in moto da sè. Perchè se decidi l'improvvisazione, stai già comunque pensando troppo.
Il dialogo l'ho fatto, adesso si tratta di mettere in pratica.
Morbidi come cachi <3
Peanut says
Dani <3 io sono contenta di aver trovato te sulla mia strada pronta ad accompagnarmi per un pezzetto:)