Non nascondo di aver passato in questi ultimi tempi un periodo di semi-apatia, che ho abilmente travestito da un bisogno di fermarmi dopo mesi più movimentati rispetto a quanto non fossi abituata. Probabilmente era partito così, ma la verità è che se non si considerano necessità primarie come la spesa e altre rarissime occasione ho messo il naso fuor di casa ben poco. Non era solo la pigrizia, mi sentivo poco stimolata a una riapertura e trovavo rifugio nella sicurezza dei gesti ripetuti e delle abitudini consolidate. Ero tornata nel mio guscio.
Forse è stata una sorta di protezione nei confronti della mancanza delle risposte dall’esterno che speravo di trovare, che invece sembravo ottenere con più facilità all’interno del mondo virtuale.
E’ facile dar vita, intrattenere e anche mantenere rapporti con persone che hanno molte cose in comune con te, gusti simili o comunque compatibili, stesso modo di pensare su determinati argomenti su internet. Meno facile è, se le tue scelte e le tue usanze sono poco mainstream, farlo al di fuori.
Eppure persone con cui trascorrere del tempo piacevolmente, con cui discorrere di argomenti che vadano oltre la situazione metereologica o la partita (non nel mio caso, s’intende, manco so chi ha vinto il campionato -perchè è finito, vero?)ci sono,ogni tanto, là fuori.
A volte le trovi per caso dove meno te lo aspetti, a volte te le devi andare a cercare, a volte un po’ tutte e due, devi sapere dove andare per avere possibilità di trovarle. In ogni caso, ho capito che se anche il destino ti è venuto incontro, devi sempre un po’ metterci del tuo. A volte la vita ti dà il “la”, ma tu devi essere bravo ad accordare il tuo strumento a quella nota fortunata. Il famoso “carpe diem” di Orazio, insomma, di cui tutti sanno il significato ma di cui troppo poco spesso ci si ricorda quando il frutto è ormai fin troppo maturo per poterlo raccogliere.
Non so quale sia stato il momento preciso che ha risvegliato in me la voglia di respirare di nuovo la frizzante aria serale estiva, di fare programmi e progetti da realizzare (veramente), di concedermi di fare qualcosa che poco rientra nel mio modello di “vita salutare” se questo significa passare una serata in compagnia e divertirmi, di permettermi di accorgermi che ho sbagliato perchè HO PROVATO.
Ma tutto ciò sembra essere finalmente (di nuovo) successo, e probabilmente anche grazie al periodo di esilio attraverso cui sono passata. Sarà l’estate, con le sua promessa di realizzare anche l’impossibile (ma tu non lasciar fare tutto a lei).
Ecco la dimostrazione che a volte, dopo tanto rimuginare, qualcosa poi effettivamente lo faccio.
Io rimango sempre io, con la mia socialità a intermittenza e la preferenza della mia stessa compagnia a quella di qualsiasi altro, ma questo non vuol dire che non possa gestire la cosa in modo da sapere se può esserci qualcun altro come me con cui condividere un po’ di misantropia ;D.
Veniamo alla ricetta, decisamente particolare questa volta, e probabilmente anche poco ripetibile, ma giacchè si tratta di una piccola raw-voluzione, non potevo non condividerla. Il gelato crudista, ma senza banana.
Premesso che a me il gelato con la banana come base (come avevo proposto qui o qui) dà sempre grande soddisfazione, è vero che può succedere che se lo si vuole realmente cremoso come un “vero” gelato si deve eccedere di banana rischiando di coprire altri eventuali sapori, mentre se si cerca di esaltare l’aroma scelto si deve abbondare con gli altri frutti (che possono essere fragole, mirtilli, lamponi..), ottenendo piuttosto un sorbetto. Si deve essere insomma in gamba a trovare il giusto equilibrio tra banana e l’altro frutto.
E mancando di grassi, è probabile che possa non dare quel conforto che spesso si va ricercando quando si affonda il cucchiaino in un barattolo di gelato (meglio ancora se davanti a una bella serie tv – a proposito: inziatevi Sense8).
Questo gelato invece ha tutto: la dolcezza, la consistenza bella tenace e il gusto pieno e tondo del gelato tradizionale.
Vorrei prendermi tutto il merito dell’invenzione, che devo invece attribuire alla fantastica Emily von Euw, della quale, come già vi dissi, possiedo il libro.
Sono partita dalla base del suo gelato con anacardi e polpa di cocco giovane (trovate un esempio qui) e ho variato, oltre al gusto, un po’ le proporzioni in modo che ci fosse un po’ più frutta in rapporto ai grassi.
Potete ovviamente usare la frutta che preferite e fare aggiunte agli ingredienti, essendo il primo ho voluto mantenermi sul semplice ma ho già parecchie idee sui prossimi sviluppi;)
Gelato raw al mango e mesquite con cialde di mandorla e cocco
per il gelato:
mango maturo, via aerea: 200 g
anacardi: 150 g
polpa di cocco giovane (quello verde, da cui si ricava l’acqua di cocco da bere): 100 g
latte di mandorla autoprodotto: 250 g
datteri freschi (o secchi, reidratati)*: 150 g
mesquite in polvere: 1 cucchiaio bello pieno
per le cialde:
okara di mandorle restante dalla produzione del latte: 50 g
cocco rapè: 1 cucchiaio
datteri (come sopra): 60 g
inoltre:
pasta di datteri: 1 cucchiaio circa a testa
acqua
*nella ricetta di partenza 175 g. Ho pensato di ridurli leggermente dal momento che la mesquite oltre al sapore particolare ha anche potere dolcificante. Se non l’avete potete mettere tutta la dose di datteri.
Come prima cosa dovrete autoprodurre il latte di mandorla (io uso sempre le stesse proporzioni che ho illustrato qui). Non buttate assolutamente la polpa restante perchè vi servirà per le cialdine.
Mettete in ammollo gli anacardi per almeno 4 ore, e nel frattempo dedicatevi all’apertura del cocco (vi ci vorrà più o meno quel tempo :D). Bevete l’acqua e prelevate la polpa all’interno, che a differenza del cocco che noi tutti conosciamo, dal guscio marrone, è morbida e viscidosa (io la preferisco alla grande!).
Scolate gli anacardi e metteteli nel frullatore assieme ai datteri, alla polpa di cocco e alla polpa del mango. Frullate il tutto aggiungendo il latte di mandorla. Unite poi anche la mesquite e frullate ancora, fino a ottenere la consistenza più liscia possibile (più potente è il vostro frullatore, migliore sarà il risultato. A me è rimasta inevitabilmente un po’ granellosa perchè da un minipimer non si può certo pretendere troppo).
Versate in una vaschetta e mescolate con un frusta ogni 30 minuti circa finchè non si sarà formato il gelato.
Per le cialde sistemate l’okara di mandorle (se molto umido vi consiglio di farlo asciugare leggermente nel forno a bassa temperatura o in essiccatore) assieme ai datteri e al cocco nel robot da cucina e tritare finchè il composto non sta assieme.
Formate 4 cialde rotonde di circa 8 cm di diametro e sistemate su un foglio di carta forno, schiacciandole bene e il più possibile di ugual spessore così essiccheranno in modo omogeneo. Mettete ad essiccare per 5-6 ore finchè non sono croccanti (considerate che raffreddandosi continuano a indurire). Tenetele in un contenitore chiuso in frigorifero.
Allungate la pasta di datteri con un po’ d’acqua, e versatela sul gelato che avrete servito nelle coppette accompagnato dalle cialde di mandorla e cocco.
Note: Prima di servirlo tiratelo fuori dal freezer circa 15 minuti prima. Per me è stato necessario rifrullarlo col minipimer perchè aveva ghiacciato molto, ma vedo che Emily non dice niente a proposito quindi probabilmente è una questione di congelatore (che ho sempre sostenuto ghiacciasse troppo). Se usate stampi da gelato monoporzione (quello per ghiacciolo, per intendersi) il problema non si pone e potete consumarlo subito.
Qualche info sulla polpa di cocco giovane e un confronto con la noce di cocco “invecchiata”:
COCCO GIOVANE: COCCO “MATURO”:
Mimma e Marta says
scrivevo oggi da Virginia, che io non credo particolarmente alle coincidenze. prima fra tutte, oggi ho preparato un gelato al mango. Certo, è piuttosto diverso dal tuo, ma! secondo, proprio qualche giorno fa ho scovato un negoziato etnico dove i miei curiosi occhi hanno scovato un cocco giovane: immagini quanto fossi tentata di prenderlo?? peccato non avere avuto (ancora!) una ricetta… terzo, ma non meno importante: il tuo stato d'animo. Non ti nascondo che anche io sto passando un periodo un po' così da un po', quando la voglia di stare a casa e interagire unicamente con il mio gatto (e talvolta neanche con questo) prende il sopravvento… la verità è che mi ripeto troppo spesso che sono gli altri a non cercare, ma io non faccio poi tanto diversamente. Dimmi che questo gelato risolve questi problemi, che sto correndo a comprare quel cocco giovane…:-)
Mimma e Marta says
perdona gli errori: sono stanca e stonata!
andreea manoliu says
Non importa il come si riparte, ma importante partire e trovare la spinta che ci fa andare avanti. C'è sempre un qualcosa che magari sembra insignificante, ma che aiuta molto nella nostra vita a partire con più grinta. Questo gelato sembra molto invitante e con questo caldo c'è ne vogliono a valanghe ogni giorno. Felice giornata !
MARI Z. says
Nel micro paesello sperduto nel pedemonte Veneto dove abito, dove li trovo tutti sti meravigliosi ingredienti!!! mi vien da piangere dal nervoso… di manghi italiani (siciliani, per la precisione) li ho trovati solo a settembre dell'anno scorso: sono entrata nel negozio bio e sono stata travolta dal loro deliziosissimo profumo di dolce. Da allora più nulla… insulsi manghi provenienti dall'altro capo del mondo, che non sanno di nulla! e non parliamo dei cocchi!!! merce rara! Vabbè la mesquite, non so manco cosa sia (!!??!!)…ora vado su google e mi aggiorno…Sai una cosa!, mi sa che devo migrare altrove, per mangiare esotico! ;-D
MARI Z. says
Ahhh!! dimenticavo! ho trovato la paprica affumicata in un negozietto a Venezia! ho fatto una mega scorta e le melanzane sono venute una super goduria!!! 😉 …che cerca trova…
consuelo tognetti says
Questo gelato è musica x le mie orecchie (o dovrei dire x le mie papille gustative che si stanno già preparando a ballare la lambada..)!!! Peccato non aver ancora trovato un posto dove reperire quel cocco giovane..lo voglio!!! Mi ricorda tanto i miei viaggi a Zanzibar e Messico dove una noce costituiva la mia merenda 🙂
Felice di sentirti più serena.
Agnese says
Ciao, Lu! Innanzitutto, se può consolarti, anche io sono in un periodo che piuttosto che uscire di casa mi prenderei a schiaffi. Sarà il caldo. Sarà che trovo tutto molto noioso e poco stimolante.
Questo gelato è fantastico, ma io ho sempre una gran difficoltà a trovare frutta tropicale decente che non costi una fucilata. Tu dove ti rifornisci?
Un bacio!
Francesca says
posso dire una cosa???? FAVOLOSOOOOOOOOOOOOOOOO. A me il “gelato” alla banana piace, ma questo mi sa che è tutt'altra storia…brava Lucry
Verde Vergara says
Quando leggo i tuoi posts, è come se aprissi un libro di qualche noto autore/autrice di letteratura. uno di quei libri autobiografici, dopo le parole scorrono veloci e semplici e dirette e ti si incastrano in testa… creando immagini che ti sembran di aver già visto e vissuto. sai bene quanto abbia condiviso, e quanto volente o nolente, condivida ancora questa stessa vena misantropica con te. Anch'io amo tanto la solitudine ” attiva” alla socialità a volte forzata ” passiva”. Ed anch'io son ghiotta di gelati di banana!!! e pensare che fino a 2 anni fa nemmeno le mangiavo. Incredibile. Questo gelatino te lo copio paro paro oppure ne faccio una mia personale versione, magari modificando anche le ricette del tuo stesso libro di consultazione ( che possiedo anche io e che sfoglio almeno 3 vv al giorno).
Scrivi da sogno.hai una abilità e naturalità rare per la tua età.
Peanut says
Ma tu dovevi prenderlo subito, al massimo ti mangiavi la polpa così com'è (che è buonissima, molto più di quello marrone per me), anzi, l'unico motivo per cui l'ho impiegata nel gelato è perchè ne avevo due, altrimenti non ne avrei fatto altro uso che non fosse quello di mangiarla così a pezzi! E anche solo l'aqua che trovi all'interno, valeva l'acquisto.
Per l'altro discorso,sai io ero (lo sono, ancora , ma sto cercando di fare degli sforzi) come te: ho sempre dato la colpa agli altri quando ero la prima a non contattare nessuno per uscire o vedersi. Credo che un piccolo passo avanti si possa provare a fare, non costa poi così tanto:) Smettiamo di credere che nessuno s'interessa di noi, e di non dimostrare interesse a nostra volta. Magari gli altri pensano lo stesso:)
Bacetto :*
Peanut says
Esatto, l'importante è ripartire sempre, e non lasciare che pensieri e riflessioni troppo macchinose ti facciano perdere la prontezza all'azione;)
Io il gelato lo mangerei in ogni stagione, ma con questo caldo poi non se fa proprio a meno!;D
Peanut says
Manghi siciliani anch'io li ho trovati una volta sola. Adesso ancora non è stagione, credo si ricominceranno a trovare un po' in pochi ed eletti posti a fine agosto-inizi settembre..prendo sempre quelli via aerea a un banco del mercato che li ha buonissimi e a prezzi neanche troppo esagerati (o alla peggio, se non riesco ad andare fin laggiù, all'esselunga), oppure a dei banchini di un mercato multietinico di Firenze centro..:) vengono dall'altra parte del mondo sì, ma quanto a sapore non mi hanno mai deluso, al contrario di quelli non via aerea del supermercato… per il resto, non è che io trovo tutto così a portata di mano eh! 😀 esiste internet per certi acquisti un po' più particolari…;)
Comunque, migriamo insieme??! 😉
P.s. grande!!! :DD
Peanut says
E' meraviglioso quel cocco, anni luce da quello a cui siamo abituati! Potessi trovarlo sempre probabilmente ne farei un consumo smodato!! (prosciugando il borsello)
Grazie Zia, bacione!
Peanut says
Io per la frutta non ho un posto solo, girovago abbastanza sinceramente 😀
Come dicevo a Mari più su, manghi buoni li trovo in due posti, entrambi mercati centrali di Firenze, uno dei quali con parecchi banchini multietnici dove ho visto manghi (e non solo!) delle forme più strane ( e dove ho trovato anche la lucuma fresca!). Il cocco a sto giro l'avevo preso su fruttaweb, altrimenti qui a Firenze lo trovai anche a Conad Sapori&Dintorni, che credo ci sia anche da te!
A me generalmente invece le serate estive mettevano voglia di uscire. E infatti trovavo strana quest'inerzia che mi portava a preferire il rimanere a casa con i miei soliti telefilm. Poi tutto è tornato “normale”. Poi che non abbia praticamente nessuno con cui uscire è un altro discorso ahaha
Ciao bella, un bacio a te!
Peanut says
Questo ha più la consistenza delle creme, sì!! ^_^
Anche le cialdine eran strabuone, per quanto sceme!;)
Peanut says
Sai Karin, a me invece sembra di scrivere in modo molto semplice e elementare, forse è proprio la sensazione di leggere cose già vissute che gli conferisce qualche tratto di “specialità”…:)
Io aspetto assolutamente la tua versione invece! E sono anche curiosa di sapere se riscontri il “problema” dell'eccessivo congelamento, o se invece ti resta cremoso anche senza rifrullarlo… non credo sarà un problema saperlo, visto che ci sentiamo diecimila volte al giorno! 😀
veggieriot09 says
Come ti capisco, non sai quante volte ho preferito rimanere a casa solo in compagnia di me stessa evitando il contatto umano e perfino gli amici. Non so se sia un fatto di ansia, una sorta di paura recondita che mi porta a pensare di star perdendo tempo, o la paura di non divertirsi, di stare in posti troppo affollati; sinceramente non so cosa ci prenda in questi momenti, credo che capiti anche a coloro che sembrano così sicuri di se stessi; in ogni caso non sei la sola Noccioli a! Il gelatino poi è meraviglioso, lo aggiungo senza ombra di dubbio alla lista di ricette da provare ;*
Mimma e Marta says
maaaa…la polvere di mesquite con cosa la potrei sostituire???:-) dici che la maca che è bella dolce va bene comunque? tu dove l'hai presa?
Peanut says
Io l'ho acquistata in un negozio di Brescia completamente vegan, che tiene anche alimenti crudisti.. ma direi che è ben lontana, ormai, per tutte e due:) Conosco solo quella di cibo crudo, quindi credo che l'unica sia prenderla dal loro sito o da altri shop online che vendono anche superfoods..
Il maca è dolce ma il sapore è ben diverso (se troverai la mesquite te ne accorgerai, tutta un'altra cosa!) però è comunque molto buona e credo che col mango ci stia benone. Quindi: vai di maca!
Peanut says
Ehehe, nono, io lo so bene..che nel mentre, ho tutto il tempo di interrogarmi e di capirmi, ma non accelero mai le cose, e lascio che tutto faccia il suo naturale corso…:)
Grazie Sara, è sempre piacere vederti qui!;)
Francesca P. says
Facciamo un mango party? Io porto il mio chutney, tu pensi al dolce… e ricorda, quando c'è di mezzo la gatta, il gelato va fatto di doppia dose perchè ne mangio per 4 solo io! 😛 Mi piace scoprire nuove parole associate agli ingredienti, da oggi so che esiste il mesquite ad esempio!
Quanto al discorso della solitudine o della compagnia, non bisogna chiudersi perchè le cose belle capitano quando abbiamo animo predisposto e aperto, ma è anche vero che non dobbiamo neanche forzarci… sappiamo chi vogliamo frequentare, quando siamo ispirate, cosa ci va di fare… selezionare e essere comunque disponibili, ecco… e a volte anche mangiare un semplice ma buon gelato appare un'uscita spassosa molto più di mille locali dove ci annoieremmo… 🙂
Peanut says
No aspetta aspetta, hai detto chutney di mango???! :O 😀
Non puoi capire cosa ho io in archivio da almeno un mese da pubblicare :O ma sicuramente il mio sarà mooolto diverso. Però, curioso! 😀
Alla grande per il mango party, ho anche in mente già il primo piatto! Per queste cose, sempre disponibilissima, altrochè! <3