“Qui non è cosa
Ch’io vegga o senta, onde un’immagin dentro
Non torni, e un dolce rimembrar non sorga.
Dolce per se; ma con dolor sottentra
Il pensier del presente, un van desio
Del passato, ancor tristo, e il dire: io fui”
Sono sempre stata piuttosto emotiva, fin da piccolina.
Non erano solo i grandi film tragici a riuscire a farmi piangere, ma mi succedeva di commuovermi anche per scene apparentemente neutre, in cui evidentemente la mia sensibilità riusciva a scorgere un atmosfera particolare di sottofondo, o a riconoscere uno stato d’animo in cui magari mi riconoscevo che smuovevano le mie corde.
A scuola non volevo vedere gli altri bambini piangere perchè sapevo che mi sarei messa a piangere anch’io, solo per il fatto di essere testimone dell’altrui sofferenza. Qualcuno la chiamerebbe empatia.
Stare così tanto tempo da sola a casa con me stessa, mi ha dato modo di fare incursione nei ricordi forse troppo spesso.
Per molto tempo ho avuto un buco nero nel mio passato in cui credevo di non ricordare niente, ma la verità è che preferivo non ricordare, o anzi ciò che ricordavo non era davvero tutto.
Avevo cercato di non pensare più a momenti che mi riportavano a un periodo in cui non ero felice serena, momenti spesi con persone verso cui per molto tempo non sono riuscita a non portare rancore, persone che incolpavo, ma dopo aver imparato il perdono mi sono resa conto che si può trovare del buono dappertutto, che forse col passare del tempo alcuni ricordi si deteriorano e altri si fanno improvvisamente più nitidi, ma che senz’altro, non sono statici e si trasformano nel tempo, riportando alla luce che hai bisogno di credere in un determinato momento.
Ho cominciato invece a ricordarmi dei sorrisi, della leggerezza e della spensieratezza, del non aver preoccupazioni.
Altre volte erano i momenti in cui ero stata bene, che mi faceva male riportare alla mente.
Sono stati giorni malinconici e nostalgici, giorni pigri, in cui gli occhi diventano lucidi anche solo con una canzone che riporta indietro, con un video o un’immagine toccante trovati su internet, ma riesce a smuovermi anche la bellezza di una collina brulla, della sagoma dei cipressi che all’orizzonte crea un mosaico con le sfumature di grigio del cielo coperto dalle nuvole, la passeggiata in campagna e l’incontro con luoghi che ricordano altri di un passato ormai lontano.
La verità è che sebbene mi commuova anche per le piccole cose, non riesco mai a piangere davvero, ad affogare nelle lacrime così da liberarmi da tutte le ansie, da scrollarmi di dosso la negatività e farmi tornare il sole dentro, e quindi questi stati di apatia possono durare un po’ più a lungo, se non ho nemmeno delle distrazioni che possano farmi non pensare.
Anche se adesso qualcosa sembra essersi risvegliato, un insieme di fattori mi ha tolto per un po’ di giorni la mia solita positività e la voglia di sorridere, lasciandomi ombre di pesantezza. Questo ha avuto ripercussioni sulla mia voglia di fare, sul modo in cui mi vedevo, e anche in parte su quello che ho mangiato.
E mi lascia un interrogativo su quando e cosa è bene ricordare, quanto lasciarsi influenzare, se è cosa giusta, ogni tanto, perdersi per il viale della memoria così tanto da rischiare di perdere la strada per tornare al presente.
Ci sono dei casi in cui non disapprovo il ricercare la familiarità di qualcosa che ha accompagnato una cospicua parte del nostro passato, ed è con ciò che mangiamo. Personalmente come ho già avuto modo di dire non trovo niente di male nel voler ricreare nell’aspetto o nei sapori un piatto della cucina tradizionale, o della nostra storia trascorsa, reinterpretandolo nel rispetto della scelta che invece ci contraddistingue oggi, e non comprendo certi attacchi che condannano il bisogno di ricercare il conforto in una pizza con un formaggio vegetale o in un arrosto di seitan con patate (anche se, ma questo resta strettamente personale, certe “rievocazioni” troppo somiglianti, per nome e per forma non mi fanno impazzire e mi fanno anche un certo effetto, ma resta appunto soggettivo).Perchè si può comunque chiamare “tiramisù” una versione fatta con la ricotta e le fragole, ma non se la crema l’hai fatta con gli anacardi o una panna vegetale)? Perchè si può chiamare “lasagna” sia che sia fatta di pasta fresca, che di crèpes, che di pane carasau, ma non se è fatta con le zucchine?
A volte credo che siano solo discriminazioni basate sul pregiudizio e sull’ostilità gratuita verso qualcosa che non si conosce e che si vuole trovare in tutti i modi la maniera di attaccare,e laddove gli attacchi non possono essere rivolti sull’effettivo gusto o qualità di una preparazione, vengono indirizzati su fattori di secondaria importanza come il nome.Questa lasagna di zucchine l’ho preparata ormai molto tempo fa, quando ancora il crudo era la mia quasi unica fonte di sostentamento (con la pioggia e il freddo fuori e dentro, è stato più difficile), e delle altre che ho provato, sia prima che dopo, questa è stata secondo me la meglio riuscita, nonostante abbia aggiunto ingredienti secondo la vocazione del momento semplicemente assaggiando lì per lì per aggiustare finchè non mi andava bene. Anche se Mari mi ha preceduta ho deciso di proporre comunque la mia versione perchè è completamente diversa, a dimostrazione di quanto un piatto con la stessa base di partenza possa (e debba!) esser reinterpretato con fantasia e secondo le proprie preferenze.
Ovviamente io me la sono mangiata tutta da sola, ma è abbastanza anche per due se avete qualcos’altro prima o dopo.
Lasagne dell’orto crudiste
(per una teglia rettangolare di circa 20×12)
zucchine scure: 2 medie
peperone rosso: 1/4
carota: 1 media
avocado: 100 g
pomodori datterini: una dozzina
cipolla o scalogno: 1 pezzetto
tamari senza glutine: 1-2 cucchiaini
insalata gentile: qualche foglia
champignon freschi: una decina di fettine
sale (per le zucchine): qb
limone (per le zucchine): uno spicchietto
pepe
lievito alimentare in scaglie o parmigiano veg (facoltativo)
Tagliare le zucchine con il pelapatate per la lunghezza. Sistemarle in un piatto piuttosto grande in un modo che non si sovrappongano, coprirle con un pizzico di sale e una spruzzata di limone (io ne uso poco perchè non amo particolarmente sentirlo poi) e metterle qualche ora al sole, finchè non si sono ammorbidite.In mancanza di sole potete usare più sale e limone e tenerle a marinare in frigo, risciacquando poi gli eccessi di condimento sotto l’acqua corrente.
Per la crema (e qui viene il difficile!) frullare semplicemente la carota, il peperone, lo scalogno, l’avocado e un po’ di datterini, lasciandone qualcuno per la decorazione finale, con la salsa di soia.
Sistemate un primo strato di zucchine sulla teglia e coprite con uno di crema, sistemate sopra qualche fettina di funghi, dei rotolini di insalata e qualche metà di pomodorino.
Procedete alternando le zucchine con la crema e gli altri ingredienti fino a esaurimento, per terminare poi con una spolverata di lievito in scaglie o parmigiano veg se vi piace, e una macinata di pepe.
Un abbraccio e buon finesettimana a tutt* voi <3
Stefania FornoStar Oliveri says
Quanto possa capirti io, tu non lo immagini nemmeno. MI rivedo esattamente nelle tue parole e mi associo anche al tuo pensiero sui pregiudizi e non solo perché sono celiaca… Mi fanno venire i brividi le persone che ce li hanno e li compatisco, anche se, nonostante tutto, ammiro le loro certezze che io non ho, ma che, spesso, preferisco non avere!
Un bacio enorme!
Alice says
restare da soli con i propri pensieri e ricordi a volte può essere difficile ma utile. io sono convinta che rivedere le cose con un'altra mentalità, più “esterna” (diciamo così, perchè è passato del tempo) a volte aiuti. almeno me, ma siamo tutti diversi…
la rigidità dei “puristi” della cucina che o si fa così non puoi usare quel nome non mi piacciono poi molto. essere troppo inflessibili forse riflette anche altre cose. pertanto dovrò anche provarle queste zucchine crude 😛
Francesca P. says
Se un giorno dovessi trovare il titolo del tuo post in un mio scritto, capiresti quanto mi è piaciuto… e quanto lo sento. Leggendoti oggi ho pensato che sei più saggia tu di me, anche se sono la sorella maggiore… 🙂 Hai detto cose a cui si arriva pian piano, più avanti negli anni… cose in cui mi ritrovo, a cui ho sempre fatto attenzione… ricordi, confini, lotta tra passato e presente, coperte di Linus in cui avvolgersi, improvvisa voglia di nuovo, trattenere ciò che merita, lasciar andare il resto, dimenticare, rimuovere ma forse non si fa mai per davvero… e c'è qualcosa che resiste, che regge a tutto…
Bello venire qui e fare questi discorsi, prima di addentare la tua lasagna… e me la mangio così, stavolta non cuocio niente, magari avanzo il peperone (povero peperone…) ma poi gusto tutto!
letissia says
Buona domenica, bellezza 🙂 Il tuo scritto è forte, intenso. Non perderti,ti raccomando 🙂
Fantastica la lasagna, ha un aspetto meraviglioso! Un forte abbraccio 🙂
Marzia Riva says
Cara, ti capisco e mi rispecchio. Dire che sono emotiva, emozionale e empatica e quasi riduttivo. Da bambina mio padre mi domandava se avevo le lacrime in tasca. Bastava un nonnulla perché versarsi fiumi di lacrime di tristezza, dolore, spavento, emozione, gioia e felicità estrema. Tutte emozioni per cui piango ancora oggi, per cui rigo il viso con le lacrime anche ripensando a ciò che ero, ho fatto, vissuto. La maggior parte delle persone mi ferisce a morte per le loro parole o parole non dette, per il loro atteggiamento o le cose che non fanno. Vivo di emozioni e oramai non mi vergogno più ad esternalizzarle. Per un periodo mi sono chiusa in una barricata costruita con cura e imperscrutabile per evitare che i pensieri del passato, i ricordi e la gente potesse ferirmi e che le lacrime sgorgassero ancora. Poi ho capito che questa sono io, non posso nasconderla e mi piaccio così. E le persone che più mi vogliono bene e più mi sono vicine sanno che vivo con dei ricordi nitidi cuciti addosso e che alcuni di essi mi fanno male e piango al pensiero. E sento forte il loro calore e il loro abbraccio, e tutto si fa più sereno. Concordo con te anche sul fatto della famigliarità e i pregiudizi su ciò che non si conosce. Ritengo che l'estremismo in ogni campo non sia mai una cosa buona, e se mi va di chiamare lasagna una preparazione crudista perché in fondo ricorda quella tradizionale, che lasagna sia. E se agli altri non sta bene sono problemi loro. Mi piace molto la tua versione, io ne faccio una ancora diversa dalla tua, quella di Felicia e quella di Mari. Il bello sta in proprio in questo, ci possono essere tantissime versioni, tutte buonissime, tutte uniche ed originali che vale la pena condividere. Un abbraccio forte.
labalenavolante says
Ciao peanut! Ci riprovo.. adoro le lasagne in ogni loro declinazione, sia raw che non.. con i funghi e la salsina così, poi..
La presentazione del post mi è piaciuta molto, mi ha fatto pensare a quanto da piccola cercassi di nascondere la mia sensibilità come un fatto di cui vergognarmi.. poi col tempo, negli anni, ho capito che è ciò che mi rende unica, e sto imparando a mostrare anche questo aspetto.. chissà, forse crescere è anche questo, avvicinarsi sempre di più a essere se stessi.
un bacione peanut
Peanut says
@Stefania Fornostar:
I pregiudizi nei confronti di un celiaco mi farebbero ancora più imbestialire, trattandosi non di una scelta ma di una necessità. Parlando in generale credo tu abbia ragione, infondo si tratta di rimanere aggrappati a certezze, ma anche di rimanere chiuso a qualsiasi cosa che potrebbe metterle in discussione.. insomma, preferisco mille volte essere così! 😉
Un bacione, buona domenica!
Peanut says
@Alice:
Ma infatti sono d'accordo anch'io, sono sicura che mi ha fatto bene rivedere certi ricordi, forse riaffrontarli è l'unico modo per metterli davvero dentro a un cassetto e far sì che diventino solo parte del passato.
Per le zucchine, me ce n'è voluto di tempo ma se marinate bene o lasciate al sole riesco a mangiarle. Poi cambia volto anche da varietà a varietà, quindi provane diverse se al primo colpo non dovessero piacerti!
Un bacione cara :*
Peanut says
@Francesca P:
Ho un sorriso a trentadue denti stampato, perchè, a questo punto non posso non dirtelo, sono venuta da te per trovare l'ispirazione per il titolo. A parte rari casi in cui so dove andrò a parare col post (e quindi praticamente mai!) è sempre l'ultima cosa che scrivo, e stavolta ci stavo mettendo un po' più del solito. Sono arrivata a un mirtillo per ogni perchè ed è venuto così, da solo, come se l'avessi avuto sempre lì ma mancasse quella spinta a farlo uscire. A questo punto non è un caso che sia stata proprio tu!
Ricordo un tuo post in cui avevi parlato anche tu di quando fossi il momento giusto per “lasciare andare” un pezzo del nostro passato, e la risposta, vedo che nessuna delle due per ora l'ha trovata. Credo che però anche questi momenti fuori dal tempo presente siano necessari, perchè mettere a posto quel che è stato, in qualche modo, si può. E lo si fa rileggendolo in un'ottica diversa, mettendo punti o puntini di sospensione, nel caso non fosse ancora il momento giusto per affrontarlo.
A volte vorrei tornare indietro e rivivere certi episodi perchè sì, se avessi saputo che li avrei ricordati come momenti felici forse li avrei vissuti più intensamente, più lentamente. Ma forse li ricordo così proprio perchè li stavo già vivendo intensamente.
Credo che potremmo andare avanti a parlarne per un'infinità (e che rimarrebbe comunque per sempre un mistero), ma tu devi andare in vacanza a costruire nuovi ricordi e non ti trattengo oltre!
Un bacione Sister :*
Peanut says
@Letissia:
Credo di essermi ritrovata 🙂
Grazie e passa una buona domenica anche tu 🙂
Peanut says
@Marzia:
Grazie davvero per il commento profondo e personale, apprezzo davvero quando anche voi vi sentite ispirate da quello che scrivo e di potervi aprire 🙂
Anche io non mi vergogno certo di come sono, credo che l'emotività non possa essere che un pregio, dato che la maggior parte delle volte si trasforma poi in qualcosa di concreto per cercare di evitare la sofferenza delle altre persone, umane e animali, sbaglio? 🙂
E' difficile che mi disperi per qualcosa che succede a me, oramai, ma veder star male gli altri non posso sopportarlo.
Mi è piaciuta molto anche quella con gli anacardi ma alla fine ho preferito questa, più leggera e meno grassa ma dall'incontro tra ingredienti molto ben riuscito 🙂 continuerò a sperimentare!
Un bacione e grazie ancora, buona domenica
Peanut says
@labalenavolante:
Assolutamente Lucia, crescendo non ho solo imparato a conoscermi, ma anche a piacermi sempre un po' di più. E per quanto mi sono odiata in passato, non avrei creduto che sarei arrivata a questo traguardo.
E' davvero tutto da scoprire e io non vedo l'ora 🙂
Un abbraccio, buona domenica!
ricettevegolose says
Quanto mi piace questa lasagna! Non faccio più lasagne crudiste dall'estate scorsa…è ora di rimediare 🙂
Ne abbiamo già parlato e ti sostengo nella critica verso i pregiudizi sui piatti…io credo che in cucina, come nella vita, dovremmo essere aperti al rispetto e alla comprensione di tutto e di tutti, e per quanto riguarda le rivisitazioni in chiave vegan o crudista per di più ci si guadagna pure in salute…bisogna essere davvero ottusi e testardi per rifiutarle a priori, senza nemmeno provarle…poi una pietanza può non riuscire bene, ma questo certo non dipende dal fatto che non contenga ingredienti animali…
Nel nuovo look del blog e nelle ricette traspare questo tuo progressivo nuovo apprezzarti e questi raggi di energia positiva che emani sono molto piacevoli…un abbraccio 🙂
Mimma e Marta says
Lucrezia sai, mi rispecchio tanto nelle tue parole 🙂 sono sempre stata una bimba e una ragazza sensibile, tendevo a vedere solo il buono nelle persone, abbandonandomi totalmente a queste. Ho dato tutta me stessa, tutto il mio cuore. E quando ho visto che ciò non era ricambiato, che (al contrario di te) mi rintanavo in me stessa a piangere, senza nessuno a cui affidarmi se non mia madre. Ho iniziato a credere che il problema fossi io, mi sono distrutta con le mie mani. Dopo un anno, posso dire di essere una persona migliore e migliorata, vedo ancora il buono nelle persone ma vedo il buono anche in me 🙂 e se prima il mio conforto era una besciamella, adesso lo è l'avocado. Che possa essere così anche per la diversa sfoglia delle lasagne?? 🙂
ti abbraccio forte!!
Erica Di Paolo says
Io penso che la tua sensibilità ti abbia accompagnato negli anni e ti accompagnerà sempre. Solo che la crescita la renderà “adatta” al tuo presente. La “rimozione” è uno dei meccanismi di difesa del nostro Io. Il ricordo può non esserci perché è stato rimosso, per non soffrire oltremodo, per rinnegare una sensazione, per liberarsi da lacci che soffocano. Ma è anche vero che talvolta qualche situazione torna e, credo, torna sempre influenzata dal nostro presente, da ciò che viviamo, dalle sensazioni che proviamo. Non dovremmo vivere legati ai ricordi in questo modo. Abbiamo un presente, che è il frutto della continua trasformazione della vita. E' la nostra più grande ricchezza, non dovremmo deteriorarla con “accanimenti” verso casi della vita che non possiamo più controllare o modificare.
Ti seguo in questa crescita, stupendomi ogni volta di quanto tu sia in grado di vivere e non di lasciarti scorrere addosso il tempo. Ogni cosa non passa senza lasciare un segno e questo segno è sempre motivo di confronto con la Lucrezia del momento. E vai avanti alla grande, anche nei momenti in cui senti il gelo dentro di te. Questo gelo è necessario nella vita, dolcezza. E' inevitabile se si accetta di sfidare la vita con le sue innumerevoli provocazioni, tentazioni, con i suoi spunti e le sue prove. Finché ti sentirò così, ti sentirò combattente. E sarò felice per te. Per la tua crescita.
Io le chiamo lasagne, eccome se le chiamo lasagne. E aggiungo anche…. meravigliose lasagne ^_^
Un abbraccio infinito tesoro.
Peanut says
@ricettevegolose:
Alice, grazie, è bellissimo quello che mi hai detto! Se pure con un post del genere sono riuscita e trasmettere energia luminosa..è tutto dire!
Per il resto, sapevo che saremmo state d'accordo 😉
Un bacione carissima, a presto
Peanut says
@marta:
Al contrario di me forse adesso, ma alla tua età ho passato lo stesso periodo anch'io, in cui non vedevo in me che il brutto, in cui mi incolpavo di tutto e mi ero chiusa in me stessa, nonostante mi odiassi e non ci volessi comunque stare.
Crescendo senz'altro diventerai sempre più consapevole di quanto stupenda sei e delle tue qualità, e finirai per amarti anche per i tuoi difetti 🙂
Riguardo all'avocado, credo che abbiamo già detto tutto <3
Peanut says
@Erica:
A volte mi chiedo, davvero, perchè non riesco ad andare avanti senza pormi domande su tutto, senza analizzare nel dettaglio qualsiasi cosa che mi capita o mi viene detta, senza capire il perchè e il per come dei fatti. A volte vorrei che non fosse così, perchè so che sarebbe più facile. Ma so allo stesso tempo che vivere superficialmente non mi si addice, e che neanche lo vorrei. Non credo che avrei imparato allo stesso modo, senza le mie riflessioni e i miei viaggi, avanti, indietro, a destra e a sinistra.
Certo non è mai positivo quando si rimane intrappolati nel passato, ma a me è servito per letteralmente ri-vivere dei momenti che fino a poco fa avevo rinnegato, non so come spiegarlo, e anche se c'è stata poi un po' di nostalgia, trovo che mi abbia ulteriormente arricchito.
Un bacione e grazie Erica, mi fa sempre tanto piacere confrontarmi con te 🙂
consuelo tognetti says
Spesso ripercorrere il passato con i ricordi può essere uno stimolo per affrontare a testa alta il futuro senza rimpianti o rimorsi. Non c'è un giusto o sbagliato, torna al presente e sorridi di quello che 6 perché 6 una vera miniera d'ora..ci saranno ancora giorni bui ma vedrai che piano piano si diraderanno e riuscirai a far sbocciare la primavera dentro di te e tenertela dentro e fuori x sempre!
La tua lasagna è da sballo! L'adoro nella forma, nei profumi e nella freschezza..un abbraccio tesoro <3
Peanut says
@Consuelo:
E' proprio quello che cercavo di dire, nonostante ci sia rimasta a sguazzare un po' troppo a lungo, son sicura che sia stato un passo necessario, Tornare indietro sì, ma non per cambiare alcunchè 🙂
Grazie Consu, un bacione
Deliziandovi.it says
Leggo queste tue parole e mi sembra di averle scritte io stessa. Come ti capisco! Sono un fiume in piena di emozioni anch'io, la lacrima “facile” sempre pronta a uscire per ogni cosa ma non riesco mai a lasciarmi andare del tutto. Sono sempre alla ricerca del perchè e del come viene fatta una cosa, credo continuamente ci sia qualcosa dietro. Questo frena tutto. E' come voler andare avanti con il freno a mano tirato! Eppure la facciata appare sempre sorridente. Il passo avanti per riuscire a vivere più spensierata non l'ho ancora fatto e non so se sarò in grado di farlo. Resterà sempre una parte di me! Ora sto pensando che in fondo non ti conosco, è la prima volta che capito nel tuo blog eppure mi sto lasciando andare nel dire cose che normalmente a uno sconosciuto non direi. Credo proprio ripasserò in questa tua pagina e leggere i tuoi pensieri e le tue ricette.
A presto, Eli
Peanut says
@Deliziandovi.it:
Ciao Elisa, che piacere leggere le tue parole al mio risveglio stamattina 🙂
Sono contenta di averti fornito un piccolo stimolo per aprirti e lasciarti andare, infondo, come dico spesso io, non esagero se affermo che chi mi legge qui, molto spesso mi conosce di più di molte delle persone con cui intreccio ogni giorno relazioni appunto di facciata.
Io sto riuscendo sempre più (a parte periodi di down che capitano a tutti) a vivere senza crearmi preoccupazioni e ansie inutili, cercando il motivo di sorridere in ogni cosa che mi succede e sperando sempre per il meglio, ma è un percorso iniziato ormai da qualche anno e non posso certo dire di essere arrivata al traguardo. Sono sicura che sarà così anche per te.
Ti ringrazio davvero di aver lasciato una traccia, torna pure quando vuoi, io ti aspetto 🙂
Rosa Forino says
ciao che carino e ricco di cose belle il tuo blog, ti ho scoperta grazie ad una ricerca e ne sono felice perchè ho ritrovato tante golose tentazioni ti sei conquistata una nuova fans a presto rosa di kreattiva
se ti va vienimi a trovare nel mio mondo 😉
Peanut says
@Rosa:
Ma grazie, mi fanno molto piacere i tuoi complimenti ^_^
ti aspetto quando vuoi!