Quando qualcosa si guasta, è davvero difficile che si trovino i mezzi per ripararlo.
Mai come oggi se ne ha la dimostrazione ogni giorno, la maggior parte degli oggetti va sostituita, o perchè i pezzi per rimetterla insieme non esistono più, o perchè il costo esorbitante non rende una riparazione conveniente.
La rottura può essere brusca e liberatoria infine, dolorosa perchè non voluta, naturale perchè cessato spontaneamente il bisogno, ma non tutti i costi di riparazione sono uguali.
La stessa cosa vale anche per i rapporti.
La nostra vita è fatta di gente che va e che viene, qualcuno permane più a lungo, qualcuno si rivela solo una piccola parentesi ma in quel momento può sembrare essere di più, di qualcuno non avremo mai imparato il nome ma non ci servirà in futuro, alcune perdite ci faranno soffrire, alcune ci lasceranno indifferenti, alcune ferite si rimargineranno dopo poco, altre lasceranno dei solchi. Ma da tutte queste parentesi impareremo qualcosa.
Certo quando uno strappo avviene in modo accidentale, senza forzature e senza che sia qualcuno a volerlo, quando le parti si allontanano naturalmente senza rancori, la mancanza di una possibilità di recuperare brucerà più forte.
Può il tempo mettere a posto le cose?
A volte le parti ci riprovano, ma il finale raramente cambia. Perchè resta qualcosa di sottofondo, qualcuna delle due non ha veramente dimenticato, non ha veramente perdonato, non è veramente sincera.
E allora diventa forzato, si sente, si decide che la riparazione non ha avuto e non può avere gli effetti desiderati. E si cambia il pezzo, o si butta tutto.
Ma quando ti ritrovi, e ti vuoi ancora bene, e ti prometti cose che sai che non avverranno, anche se ci continui a sperare, mettere da parte l’idea che quel che si è rotto possa tornare come nuovo è più difficile.
Certe parentesi forse restano aperte per sempre.
Cerco allora di pensare a come tutte quelle persone che ci sono state dietro di me, abbiano avuto un significato, mi abbiano lasciato qualcosa, nel bene o nel male.
Per qualcuna ho nutrito sentimenti negativi per tanto tempo prima di riuscire a perdonare, così adesso tendo a ripensare solo ai momenti migliori, quelli che ancora strappano un sorriso, perchè ci sono.
Con altre ancora non riesco, perchè ancora sembra così strano pensare di averci intessuto dei legami, che provo solo senso di fastidio, e sollievo al pensiero di non doverle vedere più.
Di altre ho ricordi belli, ma so che sono strettamente legati a dei periodi della vita che sono totalmente passati, quindi ci ripenso con nostalgia mista a tenerezza, ma non provocano turbamenti.
E poi ci sono le parentesi che restano aperte.
In questi giorni ci sono e non ci sono, cerco di pensare meno anche se così non sembra, sono tornata indietro ad alcuni di quei momenti, e non solo con la mente, ed è per questo che non pensare ora non è possibile.
Perchè quando stai bene ma sai già che è anche quella è di nuovo soltanto l’ennesima parentesi come fai a far finta di niente?
Pensavo che improvvisare significasse allontanare certi tarli, mentre per ora, ho allontanato solo le “ansie di”, perchè certe riflessioni poi vengono dopo, e allora, conviene?
L’improvvisazione mi viene bene solo in un campo, a quanto pare.
Ed è quella di quando apri il frigo ( preferibilmente pieno) e lasci che la tua fantasia abbia la meglio. Senza “ma non posso mettere con quello con quello, e questo con quest’altro!”.
No. Solo: mi va questo. E anche quello.
E allora lo faccio. Se poi viene uno schifo, io ci ho provato.
Ecco, in cucina, questo non lo temo.
Forse perchè è più raro che quel che faccio sia un fallimento. O forse perchè qui sai per certo che se qualcosa è andato storto è solo perchè hai sbagliato qualcosa tu.
Riso venere con avocado, zucchine, pomodorini e anacardi al profumo di limone
riso venere: 80 g
zucchine dell’orto: 1 piccola
pomodorini dell’orto: 4 o 5, dipende dalla grandezza
fiori di zucchina
avocado: 1/4 maturo ma non “sfatto”
anacardi tostati non salati: una manciatina
limone: la scorza di mezzo non trattato
timo limone
sale integrale, pepe
olio extravergine d’oliva
Cuocete il riso in acqua bollente salata per 20 minuti.
Nel frattempo tagliate la zucchina a julienne e saltatela in un filo d’olio con il timo limone e la scorzetta del limone tagliata a filamenti con l’apposito aggeggio (se vi piacciono, potete anche metterle crude e aggiungere successivamente i condimenti), salate e pepate.
Scaldate un po’ d’olio e adagiate i fiori di zucchina, quando sono abbrustiliti aggiungete un filo d’acqua, coprite e lasciate sul fuoco finchè non sono morbidi, quindi fate evaporare bene l’acqua e metteteli da parte.
Lavate i pomodorini e tagliateli a dadini. Tagliate un quarto di avocado, con un coltello disegnate un motivo a griglia sulla polpa e ricavate tanti quadratini, bagnate con un po’ di succo di limone.
Quando il riso è cotto scolatelo e saltatelo in padella con le zucchine, aggiungendo i pomodorini e i cubetti di avocado.
A questo punto mettetelo in un piatto fondo e capovolgetelo su quello da portata, decorate con gli anacardi tritati intorno, i fiori di zucchina e ancora qualche ricciolo di scorzetta.
Potete fare anche dei tortini monoporzione, cose che avrei fatto volentieri se avessi avuto altri commensali.
Francesca says
Avrei potuto scriverlo io, questo post. Ho aperto, riaperto, una parentesi e vivo in bilico..non so, voglio,non voglio, ho paura. Vorrei improvvisare, seguire il cuore e no…solo in cucina si improvvisa e, al massimo, si aggiusta di sale/pepe e co. Un bacio Lucry
Ely says
Stella mia.. potrei fare mie queste tue parole, potrei scriverle spesso, nei lunghi pomeriggi che mi trovo sola. Certe cose si rompono, si guastano, restano sempre aperte. Sì, perchè certe volte è facile accettare qualcosa che scartiamo, quando non ci da peso farlo o è superfluo. Ma sono le cose importanti, quelle su cui giriamo come il sole sui girasoli.. che non riescono ad essere gettate, ma provano ad essere incollate.. riassemblate, evidentemente non più come prima ma nella nostra mente qualcosa vuole disperatamente che invece lo siano. E siano di nuovo belle.. ma per una momentanea illusione. Quello che ti posso dire è che anche io vivo quel limbo..ne soffro, ho fatto anche di me un riassemblaggio che in fondo cerco di vedere migliore.. perchè forse troppe delusioni e troppe cadute mi hanno fatto inconsciamente detestare la mia persona: ma questo accade perchè siamo insicure, e l'amore e l'attenzione che non abbiamo ce lo fanno credere. Sai cosa manca? L'accettazione. Accettare che quei segni sono quello che ci rende speciali, vere, più belle e non sbagliate; accettare che le persone non cambiano e che cadremo ancora tante volte, perse o no nell'illusione che possa accadere.. accettare che la vita è anche tempesta, ma non per questo persa per sempre. E' questo, questo che manca: fiducia e speranza a volte.. troppo, troppo difficili da trovare. E ci rifugiamo là, dove sappiamo 'che difficilmente deludiamo e possiamo sentirci più ferme e apprezzate'. Tra un piatto e l'altro.. in attesa di trovare la cucina della vita. Il tuo riso è meraviglioso, proprio come te.. così come sei, qualunque cosa ti accada, qualunque caduta fai.. qualunque gioia ti trovi e poi ti abbandoni. Perchè tornerà.. anche questo è certo. TVB
occhio sulle espressioni says
Io le riparazioni dispendiose, quelle dove i pezzi non sono più prodotti, quelle che ti costringono anche a sostituire l'intero item per mettere le cose a posto le concedo solo alle vecchie cineprese. Alle persone no, perché magari quando rompono qualcosa, arrivano incredibilmente a non accorgersene neanche. Facce da: “Io colpevole? Io sono altruista, sensibile, blablabla…”. Sono avvezzi a farlo quando il danno il grave, figurarsi quando si tratta solo di una parola-coltello, di una brutta espressione! O forse sono io senza firewall per talune cose.
Lo sai che il tuo buttarti senza “ansia di” mi induce molto a riflessione, così come il porsi domande successivo, normale. Riflessioni in generale, senza immaginarlo anche per me, ovvio, impossibile.
Francesca P. says
Sento il rumore dei tuoi pensieri, di tutte le tue riflessioni… una ricerca continua per capire meglio te stessa, chi hai accanto, come comportarsi con gli altri, come elaborare alcune realtà, come reagire di fronte a delusioni… mi ricordi me alla tua età, in quella fase “giovane” in cui spaccavo il capello in quattro, come si suol dire, e la mente non si fermava mai… quante domande, analisi, quanti dubbi, curiosità, esplorazioni dentro e fuori il nostro animo… il rapporto con le persone, che siano di famiglia o amici o vicine al cuore, è la cosa più difficile da “gestire”… io ad esempio non ho mai sopportato gli strappi, gli addii, le perdite, chi volta le spalle e sparisce, chi non mostra sensibilità, chi prima ti adora e poi bum, il niente… tutt'oggi questo mi ferisce molto… in amicizia non ne parliamo… forse non sarò mai pronta a “reagire” bene, ad accettarlo… conservo pezzi, come un puzzle di visi, momenti, ricordi, sbagli, risate… metti ogni pezzo dentro una scatola, conserva la chiave, non scordarla mai completamente, tutto ci forma, tutto ci insegna…
Mi fermo per non essere “pesante”, ehehe, perchè come già altre volte qui da te vengo presa da momenti introspettivi anche io… mi contagi! 😀
(e mi inviti a cena? A me il riso venere fa impazzire!)
consuelo tognetti says
Mia cara nocciolina come ti capisco…sto vivendo una situazione molto simile (e non parlo del mio frullatore..) e non so bene come agire..o meglio sono arrivata alla conclusione che se alcuni rapporti si sfaldano e altri no c'è un motivo di fondo che è inutile andarlo a sviscerare perché ci farebbe solo soffrire e non si arriverebbe a dargli un significato..vivere il presente nel bene e nel male è la migliore cura senza dover x forza trovare una giustificazione negli eventi passati..mettici una pietra sopra e goditi i rapporti che adesso ti fanno stare bene o rischierai di sacrificare anche quelli!
Buonissimo il tuo riso e la prossima volta fai tortini che mi invito a pranzo ^_*!!!
la zia Consu
Cesca*QB says
Di certo sì, la cucina ti viene proprio bene, poi per il resto non so io non posso dirlo.
Parentesi aperte? Presente!
Per quanto riguarda la mia perosna non so se è la malinconia o la speranza a vincere, ma una delle due ha un ruolo fondamentale nelle mie parentesi.
Che cavolo dico?! Lo so benissimo, è la malinconia, quella dei momenti belli! Essendo una persona tragicamente romantica, in momenti grigi mi ci avvinghio ai ricordi e lì inizio a vivere in un mondo parallelo, inesistente … poi però mi prendo a schiaffi da sola e mi ripiglio.
Come al solito non conosco le mezze misure, in niente.
un abbraccio
Erica Di Paolo says
Le parentesi rimangono aperte solo le le si vogliono lasciare aperte. Io guardo sempre me stessa e mi dico “cos'è più giusto per me?” e non sempre la risposta è la soluzione più semplice. Sposto sempre la mia prospettiva per cercare di valutare la situazione in maniera più possibile oggettiva e l'istinto è una grande componente nella scelta della direzione da prendere, soprattutto nei casi in cui la valutazione non mi porta comunque da nessuna parete.
Improvvisare significa, per me, vivere il tuo presente, senza trascinarsi il passato e senza crucciarsi per il futuro. Alzare la testa e sorridere. Come fai quando apri il frigo. Il cibo non risponde verbalmente alle tue azioni…. pensa quante discussioni potrebbero nascere. Gli esseri umani sì (fortunatamente, anche se non tutti con cognizione, ahahahahah). La differenza è solo questa. Tu puoi pensare, come fai in cucina, di avere la tua vita tra le mani anche nei rapporti interpersonali. Certo in alcuni momenti si soffre, ma nulla avviene a caso…… Sorridi sempre di fronte ad una difficoltà, perché è quello il momento in cui puoi imparare maggiormente dalla vita!!!!
Ti abbraccio sperando di darti coraggio in questa lotta che stai affrontando ormai da troppo tempo. Pensa a te stessa e vivi per la tua felicità. Il resto verrà da sé.
E comunque questa volta, anche questa volta…… hai creato un piatto da urlo!!! Pensa che potresti rendere da urlo anche la tua vita!! <3
Katiuscia says
Maledette parentesi… a volte mi sembra di vivere dentro ad un'enorme parentesi, senza avere ancora capito qual è l'argomento principale da affrontare.
Forse dovremmo semplicemente imparare a mettere dei punti, andare a capo e ricominciare con la lettera maiuscola.
Per quanto riguarda la cucina, io credo che il cibo sia quasi sempre la risposta più giusta ad ogni situazione 🙂
Baci Lucre
Peanut says
Fai solo quello che ti fa stare bene Francy, pensa solo solo solo a quello. Se tentenni forse è perchè infondo non ne hai la certezza. Altrimenti, se sono solo paranoie, buttati. Fallo per te.
Un bacione grande 🙂
Peanut says
Non ti meriti proprio di essere così severa con te stessa Ely. No davvero. Sai che per te valgono esattamente le stesse cose che dici a me, vero?
Hai sempre una parola d'amore per tutti, tranne che per te stessa.
Spero che l'affetto che le persone ti dimostrano ogni giorno arrivi prima o poi a farti sentire quanto preziosa sei.
Grazie per le belle parole, ti stringo e ti dico che anche tu sei meravigliosa, così come sei :*
Peanut says
Luigi <3 <3
Ti ho pensato un sacco ultimamente, mi sei mancato. E mi scopro pure un po' orgogliosa 😛
Dici che quindi in queste situazioni solo a una delle due parti interessa davvero e si dà affanno per cercare una risoluzione? Ecco, forse nella “brutalità” (non esplicita, non ti preoccupare) era quello che mi serviva.
Impossibile? impossible is nothing 🙂
Peanut says
Non sei affatto pesante, le vostre parole sono un regalo prezioso per me.
Quando sento di essere compresa come succede con te poi, non potrei chiedere altro che il racconto di un'esperienza che mi faccia vedere le cose sotto una luce nuova. A parole non sono mai capace di spiegarmi così.
Mi piace l'idea del puzzle, ma si tratta sempre di pezzetti che finchè non c'è l'accettazione uno proverà sempre a rimettere insieme.
(quando vuoi, davvero, tortini monoporzione per tutti!! ^.^)
Peanut says
Hai ragione, mi accorgo ora che forse ho avuto un po' il prosciutto sugli occhi, e visto solo quello che ho voluto vedere, per mantenere io la parentesi aperta.
Grazie Consu, siete tutte invitate :*
Peanut says
Idem, Cesca, idem. Malinconica, ma anche perchè sai, a volte mi piace pensare che ho vissuto cose belle, perchè le ho vissute, e non è neanche giusto ripensare solo a quelle brutte. Solo che così, inevitabilmente la nostalgia arriva. Penso che non ci sia via d'uscita, sai. Basta solo non lasciarsi influenzare negli attimi che viviamo, nel presente 🙂 ci possiamo riuscire!
Grazie bella, un abbraccio
Peanut says
Eh hai ragione, ma come dicevo anche in altri commenti, a volte è anche un modo per non pensare che tutto sia andato sempre e solo male, dato che effettivamente di cose bellissime non ce ne sono state un granchè. Allora a quelle che ci sono state ci ripenso, per cercare un sorriso, ma ne esco con un magone. Mettere una pietra sopra è più facile a dirsi che a farsi.
Certo che io sono prontissima a prendere qualsiasi cosa come una lezione, quello l'ho sempre fatto e cavoli se mi è servito. Se avessi dovuto buttarmi giù in questo momento non sarei neanche a parlarne con la dovuta serenità con voi 🙂
ti ringrazio tanto per le parole d'incoraggiamento che non mi fai mai mancare 🙂 un abbraccio
Peanut says
Eh, il punto, sì. Infatti sto sempre più rendendomi conto che sono io a non essere pronta. Forse però perchè pensavo che non fosse stato messo neanche dall'altra parte, che fosse realmente tutto in sospeso. Odio dovermi rassegnare anche in questo caso.
Anch'io sono d'accordo, però forse è un po' triste come unica certezza. 😐
Baci a te :*
occhio sulle espressioni says
Ah, guarda, io ultimamente (un paio d'anni) sono per la brutalità. Quando due parti non riescono ad amalgamarsi domande me ne pongo ugualmente e mille, per come sono fatto, ma alla fine la conclusione è sempre quella: ad una delle parti il (ri)avvicina meno o per nulla, perché intoppi quali inerzia, abitudine a non sentirsi, orgoglio ( 😀 ) si supererebbe, se ci fosse voglio dell'altro, quella sincera.
Sei ORGOGLIOSA ed anche SCHIETTA, di certo non lesini in parole ed espressioni!!! 😀
Cibo ForMe says
Le mie son tutte parentesi chiuse. Anche quelle che non ho mai aperto. Soprattutto. Ho capito (non imparato ahimè) che la vita va goduta nel presente, che non sempre capire gli “errori” aiuta a non ricometterli, che le occasioni perse insegnano ad individuare le nuove che arrivano e che spesso vale la pena piangere fino a che si è così arrabbiati che la parentesi si chiude da sè, perchè ad un certo punto il principio si autoconservazione ti fa mandare a quel paese tutti i pezzi rotti e chi li ha rotti. Cerca la tua casa dove stai bene, non dove pensi che sia. Un abbraccio
elenuccia says
tesoro rieccomi qui a romperti le scatole 🙂
Credo che in fondo le parentesi siano la vita stessa, alcune lunghe lunghissime altre invece corte o cortissime. Comunque quello che si è rotto non potrà mai tornare come prima, sarà sicuramente diverso ma magari però può anche diventare qualcosa di più bello. Io sono una persona estremamente razionale ma ho scoperto che in alcuni casi lasciarsi condurre dall'istinto e improvvisare può anche portare serenità e felicità.
Peanut says
Sai che hai proprio ragione? Quando manca lo “scoppio”, quello col botto, la parentesi non si chiude perchè non si “capisce” veramente cosa non è andato.
Quindi sì, a volte sbatterci la faccia contro, certe volte è meglio.
Grazie di essere passata da me, a presto 🙂
occhio sulle espressioni says
Hug!
occhio sulle espressioni says
Hug!
occhio sulle espressioni says
Doppio
Peanut says
ghghgh ^^
Peanut says
Ma quale rompere le scatole! Mi fa proprio piacere che tu sia tornata 🙂
Anch'io lo sono generalmente, quindi, almeno per ora, anche le situazioni in cui decido di “buttarmi” sono per ora forzate dalla razionalità 😀 nella speranza che prima o poi divengano spontanee 🙂
un bacio
www.mipiacemifabene.com says
Piatto supe Peanut!!!!!!