Ebbene, il mio compleanno è arrivato. Iuppi. Urrà.
Non voglio e non posso fingere gioia e spensieratezza, perchè una cosa che proprio non mi riesce è di mascherare quello che provo, quello che penso.
Ci sono dei momenti in cui le riflessioni poco allegre prendono il sopravvento nella mia mente e il fatto che questo momento coincida col giorno del mio compleanno è un caso, o forse no.
Forse no. Forse è la causa.
Il giorno del compleanno è qualcosa che in potenza dovrebbe essere un bel giorno in cui ti senti felice (almeno a quest’età, per l’amor del cielo!) perchè sei al centro e perchè senti che quelli intorno a te ti vogliono bene, dunque il fatto che questo per te non avvenga non può che portarti a viverlo ancora peggio.
Sarà il numero che mi spaventa, sembra che la cifra in questione mi obblighi per davvero, questa volta, a crescere e a non potermi più permettere i miei momenti di ancora perdonabile immaturità e di bisogno di protezione e rassicurazioni, che probabilmente, in effetti sarebbe anche forse l’ora di aspettare invano di ricevere.
Già, perchè, ho vent’anni e sono così come sono, anche e soprattutto per quello che non ho avuto.
Cercavo attenzioni e ho fatto la stronzetta con gli altri. Sono cresciuta, ho continuato a cercare attenzioni non ricevute e ho cominciato a pensare che fossi io quella sbagliata e ho fatto la stronza con me stessa, mi sono fatta del male, ho pensato di non meritare nient’altro se non quello che m’infliggevo. Nessuno mi ha mai dimostrato che io potessi meritare altro.
Ho dovuto capirlo da sola, che forse non era così, non ero davvero così inutile, perchè io ero forte.
Ancora così piccina e già avevo superato tanto, tante, troppe carenze, tante brutte scene, abbandoni definitivi e reiterati, dolori al petto che bloccavano il respiro, lacrime lacrime lacrime, apatia, mal di vivere.
Fanculo, sono qui e sorrido ancora. Già che ci siamo sì, un grosso fanculo a tutti quelli che se ne sono andati, o che la vostra intenzione sia stata quella di ferirmi, di farmi affondare oppure che semplicemente mi avete ignorata perchè non ero degna delle vostre attenzioni. Mi avete fatto diventare cinica e precocemente disillusa, però anche grazie, perchè un bel guscio me lo sono fatto, e poco di quello che dite o fate mi tocca, per sconvolgermi vi ci dovete proprio impegnare.
Cavolo, se scrivere fa bene. Ho terminato che alla fine la festa me la son fatta da me.
Anche se probabilmente nel profondo non smetterò mai di desiderare un abbraccio, un “ti voglio bene” detto dalla persona che conta, un “sei stata brava”, un amico, e la Lucrezia bambina cresciuta troppo in fretta continuerà ad essere imbronciata in un angolino di me, mi festeggio, da sola o con gli altri, fa niente. Mi festeggio perchè ho vent’anni ,anche se non li voglio, e ora forse posso smettere di guardare indietro e cominciare a pensare che cavolo, ho ANCORA SOLO vent’anni, il tempo delle cose belle magari deve ancora arrivare!
E voi, festeggiate con me?
Questo è un dolcino di prova, in realtà, in vista di quello “serio” per il pranzo di compleanno con la famiglia su cui sto ancora studiando parecchio. Spero di riuscire a realizzare quello che ho in mente.
Un dolcino per smaltire avanzi di quel latte di mandorla già zuccherato che si è comprata mia mamma e che è così dolce che a me proprio non piace (a dir la verità l’ho sputato, quando l’ho assaggiato così al bicchiere!). Così impiegato, il dolce eccessivo si sente di meno e poi bè, è un dolce, quindi un po’ dolce dev’essere!
Coppette al latte di mandorla e cocco
(per 3 coppette)
latte di mandorla già zuccherato*:250 ml
frollini integrali vegan: 5 o 6, dipende dalla grandezza
amido di mais: 25 g (va bene anche la farina di riso o la fecola di patate)
acqua: 100 ml
cocco rapè: 3 cucchiaio
*se usate un altro tipo di latte non dolce potete aggiungere aggiungere alla ricetta da 40 a 50 g di zucchero secondo i gusti.
In una ciotolina unire insieme 100 ml di latte con l’amido e mescolare con una frustina per ottenere una pastella liscia. Unire anche la farina di cocco e mescolare ancora.
Mettere il restante latte con l’acqua (e lo zucchero in caso di latte non dolcificato) in un pentolino e scaldare fino a raggiungere il vapore. Versare a questo punto la pastella e mescolare sempre con la frusta per non far formare grumi. Cuocere fino a che non si è rassodata, quindi togliere dal fuoco.
Sbriciolare i biscotti chiusi dentro un panno da cucina con il mattarello (rimedio naturale antitress!) e mettere un primo strato dentro le coppette. Coprire con due cucchiai di crema, fare un altro strato di biscotti, un altro ancora di crema e terminare infine con ancora qualche briciola di biscotto.
Io l’ho mangiato sia appena fatto (è stata la mia merenda!) che il giorno seguente dopo che era stato in frigo a riposare e vi consiglio vivamente di mangiarlo poco dopo averlo fatto. Non vi dico ancora bollente eh, ma ecco, io lo preferisco di più quando è ancora una crema morbida piuttosto che simile a un budino. Anche perchè coi biscotti si “sposa” meglio. Poi, fate vobis!;)
Agnese says
Innanzitutto, tanti auguri cara Peanut. A prescindere da tutto e da tutti, auguri. Io ho solo un anno in più di te, ma molte cose che tu hai descritto le ho sentite nello stomaco, perché rispecchiano molti lati di me, e della mia vita. Quando le cose non vanno mi ripeto una frase, ovvero “The best is yet to come”. Ed è vero.
Molto goloso il dolcino. Una curiosità, quali sono i biscotti veg di cui parli?
Un abbraccio!
Ely says
Cucciola.. vorrei dirti tanto ma credo di non trovare le parole, da questo guscio che potrebbe aver scritto tante volte ciò che tu esterni oggi. Dolore, abbandono, voglia disperata d'amore.. che portano a fare follie, a creare del male e a subirne più di ogni altra cosa. E come una bestiola in gabbia ci si scaglia contro le fredde sbarre della vita, perchè di lì non si esce, non si può volare; perchè da lì la prigione di noi stessi è l'amore mancato, un disperato bisogno di sentirsi vivi, amati e apprezzati da chi amiamo. E ogni sofferenza costruisce una corazza, conquistata con tanta fatica, con tanta rinuncia, con tanto rammarico.. come fosse 'necessaria per la sopravvivenza'. Come fossero lividi dopo grandi ferite. Ciò che posso dirti è di mettere a tacere la rabbia per ciò che non puoi cambiare: il tuo passato non può essere cambiato, anche se questo ti angoscia e ti mette voglia di urlare. Hai 20 anni. Sei ancora giovanissima e devi pensare a camminare avanti: non guardare le rovine che giacciono dietro di te, ma i mattoni che hai per costruire nuove meraviglie. Oggi, in questo istante, che domani sarà 'il tuo nuovo passato'. Nessuno potrà ridarti quello che disperatamente ti è mancato.. ma puoi cercarlo oggi, adesso, senza rancori e ripensamenti. E' difficile, perchè una sorta di 'parte offesa' dentro te soffre per essere stata abbandonata e lasciata sola con una 'malattia'.. generata dalla mancanza di affetto. Devi essere pronta a lasciare le zavorre, per volare. Quindi necessariamente devi perdonare: te stessa e gli altri. Ed è questo che ti auguro, tesoro. Il perdono. La leggerezza del perdono.. TI VOGLIO BENE. Buon compleanno stella mia.. e festeggio volentieri con te!!!! Un abbraccio!! <3
Silvia Apple says
Uh mi sa che questa delizia te la copio, magari in versione non vegan!
Ah, ho letto su fb che hai comprato la vaniglia in polvere…ora direi che puoi sfornare qualche meraviglia delle tue per il mio contest U___U non hai più scuse, ecco!
Peanut says
Grazie, speriamo, mi son stancata di pensare che tutto vada sempre per il peggio..
erano dei finti digestive trovati all'esselunga:D forse frollini non è il termine esatto, però insomma, è per far capire che vanno bene un po' tutti i biscotti briciolosi!
Peanut says
:') grazie, ely, mi son commossa. grazie di cuore. ti abbraccio stretta, di un abbraccio lungo lungo 🙂
Peanut says
ahaha che egoista!:D però immaginavo che ci avresti pensato!;)
in effetti, no, non ho più scuse..ho poco tempo, devo cominciare a far lavorare il cervellino!
Katiuscia says
Oddio Lucre, leggerti mi sembra di leggere i miei diari.
Per me gli anni dai 18 ai 22 sono stati pessimi, di una sofferenza dilaniante, mi hanno talmente segnata che non sono più stata la stessa.
Anche io sentivo di non meritarmi più niente, credevo che la felicità concessami dalla vita l'avessi già avuta e spesa male, facendo la stronza con chi mi amava.
Faccio molta fatica a parlare di quel periodo, è come se una parte di me avesse paura anche solo a ricordare quei giorni, quel dolore, quei lunghi pianti nel sonno, quella voglia di farmi male solo per sentire che c'ero, che nonostante tutta l'inerzia e la stasi che avevo dentro, ancora ero capace di respirare.
Ti scrivo tutto questo solo per dirti che se ne esce; a me lo ripetevano tutti, ma non riuscivo a crederci.
Eppure la vita è davvero una giostra che gira e gira, non sappiamo dove può fermarsi.
Il passato ci ha plasmate, ma la cosa migliore è che, come dici tu, abbiamo tempo… abbiamo il futuro, e per viverlo bene dobbiamo imparare ad apprezzare il nostro presente.
Qualunque cosa ti sia successa, qualunque mancanza senti di avere… tu non sei solo quello. C'è tanto altro di nuovo e di bello proprio dentro di te e attorno a te.
Fallo venire fuori.
Ti abbraccio forte, come una sorella.
“avevo pochi anni e vent'anni sembran pochi,
poi ti volti a guardarli e non li trovi più.”
<3
elisabetta pendola says
I miei ventanni sono stati tutt'altro che spensierati. li ho vissuti vagabondando da un ospedale all'altro. sono dovuta arrivare alla trentina prima di ritrovare una -qualche- sorta di serenità, ti auguro di addentrarti nella vita volendoti tanto bene.
Peanut says
io penso (e spero) che il mio periodo brutto brutto, quello in cui mi trascinavo a fatica alla fine della giornata e la fatica nel farlo era tanta, ma davvero tanta, sia ormai definitivamente alle mie spalle. Certo di tanto in tanto mi può tornare quel magone, quel senso di angoscia e ansia alla bocca dello stomaco, però poi se ne va. sono riuscita a trovare una discreta serenità nel mio piccolo, nel “poco” che ho, proprio perchè, infondo, ho la speranza che il mio futuro sarà migliore del mio passato 🙂
grazie Katy, sento il tuo abbraccio:)
Peanut says
..Ci stiamo lavorando..
Grazie elisabetta:)