Ho trovato terribilmente opprimente la lettura de La Coscienza di Zeno,una scrittura priva di colpi,piatta,noiosa,che proprio non mi faceva voglia di leggere la pagina successiva,e infatti mi ci son voluti tipo tre mesi per finirlo,tanto poco e poco spesso riuscivo a mettermi a leggerlo. Era una fatica tale che non ho notato svariate somiglianze tra il protagonista-per niente simpatico,e direi talvolta addirittura fastidioso-e me finchè,sgombra la mente dal pesantezza delle parole e del personaggio,non abbiamo affrontato il libro in classe durante le lezioni di letteratura. Non solo mi sono avvicinata con animo più leggero alle ultime pagine che mi restavano,ma mi sono anche resa conto che anche in me c’è qualche sintomo della nevrosi del personaggio,primo fra tutti,il dilazionare. Rimando costantemente non solo le azioni,ma anche i pensieri che se venissero affrontati mi provocherebbero ansia. Così mi propongo che sì,ci penserò l’indomani,che poi diventa il dopodomani e così via. Buoni propositi,nessuna coerenza nel rispettarli. Questo mi sta succedendo in questo periodo con la tesina,che,nonostante manchi poco più di un mese alla fine della scuola,non è ancora neanche stata abbozzata. Dopo aver cambiato due volte l’argomento (il primo per eccessiva complessità e scarsità di reale aderenza con una qualche parte del programma svolto,il secondo perchè troppo..NOIOSO?),sono arrivata a una vaga e indefinita idea di quale possa essere il tema generale,ma neanche mezza su come organizzare la scaletta,su come approntare il percorso (se più come un confronto,o lasciando relativamente separati gli ambiti di interesse) e per l’amor del cielo,su come si inizi! Son domande che restano senza risposta,perchè non mi sto minimamente preoccupando di tentare di trovarne. E non che abbia fiducia in una sorta di mano invisibile che operi a pro mio mentre io non muoio un dito,eh,ma sarà che per inerzia o velleitarismo,sono portata istintivamente a scegliere la strada -almeno inizialmente- meno faticosa:lamentarmi e piangermi addosso perchè sono schifosamente indietro piuttosto che darmi una mossa. Forse aspetto quel momento in cui non sarà proprio più possibile tirarmi indietro e dovrò per forza sbatterci la testa,perchè in effetti finchè non sento la pressione della scadenza imminente è come se mi vedessi autorizzata,ancora per un po’,a dondolarmi sugli allori. Pensavo di sfruttare qualcuno di questi giorni in cui sono a casa,tipo domani. Massì,domani mi ci metto.
Torta di patate con verdure e formaggio
(per 4 persone)
-800 gr. di patate
-300 gr. di melanzane
-300 gr. di zucchine
-200 gr. di formaggio marzolino (o altro pecorino fresco)
-125 gr. di mozzarella
-margarina per lo stampo
-pangrattato per lo stampo
-sale,pepe
Sbucciare le patate e tagliarle a fette di circa un centimetro,quindi cuocerle a vapore finchè non sono morbide e farle freddare. Lavare le zucchine e tagliare anche queste a fettine,bollirle in acqua salata. Lavare le melanzane e tagliarle a cubetti,quindi cuocerle in un tegame con un filo d’olio e aggiungendo un po’per volta acqua,in modo che alla fine non risultino troppo acquose. Aggiustare di sale e pepe,quindi metterle a raffreddare un po’ insieme anche con le zucchine,che avrete messo a sgocciolare. Nel frattempo imburrare e cospargere uno stampo da torta di pangrattato,e tagliare entrambi i formaggi a cubetti. Quando le patate si sono raffreddate abbastanza schiacciatele con una forchetta fino a ridurle in una purea,lasciando però qualche pezzettino intatto,salate e pepate. Fate un primo strato coprendo il fondo della tortiera con metà del composto di patate,quindi proseguire con le zucchine e poi con le melanzane,infine con metà del formaggio a cubetti. Coprire con le rimanenti patate e concludere con l’ultimo strato di formaggio spolverizzato con ancora un po’ di pangrattato. Cuocere in forno caldo a 180° per 20 minuti.